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TESTO Amate... fate del bene... benedite!

don Roberto Rossi  

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VII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (18/02/2007)

Vangelo: Lc 6,27-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,27-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 27A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

In questa parte del vangelo di Luca Gesù porta la legge di Dio alla sua perfezione. La condensa in una sola parola: Amore. Le singole affermazioni ci aiutano a riflettere per misurare il nostro cristianesimo, per vedere se siamo cristiani sul serio o solo a parole. Le parole di Gesù nel vangelo di oggi sono molto esigenti; il suo appello all'amore fraterno è molto concreto, realistico, radicale: "Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano". Possiamo riprendere ogni frase di Gesù per assaporarne il valore profondo e la forza di novità e di conversione che contengono perché ci insegnano una strada completamente diversa dai nostri istinti e dal modo di pensare "semplicemente" umano.

Come accostare e accogliere queste parole di Gesù? Innanzitutto non sentiamoci per nulla vittime, perché, a parte qualche raro caso, nessuno di noi ha grandi cose da perdonare; non abbiamo ricevuto offese, odio, nessuno ci è "nemico"...; ma noi forse abbiamo bisogno di farci perdonare tante cose che sappiamo non buone e non giuste nella nostra vita; noi forse abbiamo trattato male qualcuno, abbiamo offeso, non abbiamo aiutato...

Imploriamo quindi il perdono del nostro prossimo, in casa, nel lavoro, nella vita sociale, in parrocchia; imploriamo con tutto il cuore il perdono di Dio. Poi vogliamo lodare e contemplare il Signore Dio che è Padre, per ringraziarlo per tutta la bontà e la misericordia che usa con ciascuno dei suoi figli. Contemplando il comportamento del Signore impariamo a vivere nella bontà e nella misericordia.

Il salmo 102 è questo meraviglioso inno di ringraziamento a Dio per la sua bontà che si manifesta soprattutto quando perdona le nostre colpe e non ci tratta secondo i nostri peccati. La Bibbia non poteva usare parole più calde per parlarci della infinità misericordia del Padre: "Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie, non ci tratta secondo i nostri peccati, come dista l'oriente dall'occidente così allontana da noi le nostre colpe".

Dio si comporta così e Dio è il più sapiente. E allora comprendiamo perché Gesù nel vangelo ci insegna questa sapienza, questa strada che è la più bella, la più vera, la più santa: la strada dell'amore, del perdono, della misericordia. E' dall'agire stesso di Dio che scaturisce il comandamento dell'amore: il primo e il più grande comandamento. Sempre nella storia ci sono state violenze e odio. Questo accade spesso anche oggi. Noi cristiani, nella misura in cui ci lasciamo trasformare dalla novità portata da Gesù, siamo chiamati a seminare l'amore di Dio in tutte le situazioni di violenza. A noi Gesù dice: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano. Il cristiano, il vero cristiano può essere odiato, ma lui non odia: esattamente come accade per Dio. Se siamo discepoli di Cristo, noi all'odio dobbiamo rispondere con l'amore e con l'amore dobbiamo fermarlo. Abbiamo avuto anche in tempi non lontani tanti testimoni della non-violenza: pensiamo ad es. a Ghandi, a Martin Luther King, pensiamo ai martiri, a tanti cristiani perseguitati che hanno dimostrato nell'amore e nel perdono una grandezza d'animo immensamente più grande di ogni potente della terra.

Martin Luter King, pastore protestante nero d'America, che, in un'epoca di odio razziale, ha dato la vita per la dignità delle persone di colore, così scriveva: "Ai nostri più accaniti oppositori noi diciamo: Fateci quello che volete e noi vi ameremo ancora, metteteci in prigione e noi vi ameremo ancora, lanciate bombe sulle nostre case e minacciate i nostri bambini e noi vi ameremo ancora. Ma siate sicuri che vi vinceremo con la nostra capacità di soffrire. Un giorno conquisteremo la libertà, ma non solo per noi stessi; alla fine anche voi imparerete a vivere liberi, senza le violenze e le prepotenze umane."

Chi subisce un torto ha una grande occasione: con la bontà può spiazzare coloro che non sono buoni; con la mitezza può togliere terreno a chi è violento; con la pazienza può fermare l'arrogante. Papa Giovanni scioglieva anche le situazioni più difficili con il sorriso, la pazienza, l'amore. S. Francesco d'Assisi ha certamente aperto più strade al cristianesimo di quante non ne abbiamo aperte tutte le imprese militari dei cristiani. E Massimiliano Kolbe ha spento più odio con la sua eroica carità di quanto non ottengano tanti discorsi. Si capisce perché S. Francesco arrivi a chiamare perfetta letizia il momento dell'offesa e della provocazione. L'offesa infatti dà al cristiano la possibilità di amare senza ricompense, senza contraccambio (se amate solo quelli che vi amano, che merito ne avete?), senza motivi umani; l'offesa dà l'occasione di perdonare come perdona Dio. E questa diventa la gioia più grande per il credente.

"Amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperare nulla e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo. Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro". Sono le parole chiave di tutto l'insegnamento e di tutto il comportamento di Gesù. Gesù perdona, cerca i peccatori, è misericordioso, è benevolo. E noi cristiani siamo chiamati a diventare una cosa sola con Cristo Gesù e così diventare figli dell'Altissimo attraverso la misericordia. Tutto questo forse ci sembra un'impresa troppo grande per noi e noi ci sentiamo incapaci. Ma il Signore è con noi per darci la sua forza. E allora tutto diventa possibile. "Tutto posso in Colui che mi dà forza". Quello che ha vissuto Gesù sulla croce, il perdono e la preghiera per i crocifissori, è diventato possibile, per la forza dello Spirito Santo, nei martiri (da S. Stefano all'ultimo dei nostri giorni, a Suor Leonella, martirizzata in Somalia), nei santi e in tante persone anche semplici e piccole che, nella loro vita ordinaria, vivono nella bontà, nella comprensione, nel perdono, nella speranza, nella grandezza del cuore. L'amore sembra un cammino di sacrificio e di sofferenze, finisce invece per essere la vera strada della gioia per sé e per tutti gli altri.

 

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