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TESTO Il lievito dei farisei

Monaci Benedettini Silvestrini  

Martedì della VI settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (13/02/2007)

Vangelo: Mc 8,14-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Il Signore Gesù, durante tutta la sua vita tra noi, è stato costantemente circondato, dalla nascita alla morte, da nemici di ogni genere, che continuamente tramavano contro di lui. Vuole perciò mettere in guardia i suoi discepoli da quelle insidie e dice loro: "Guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode". Vuole dire loro che il male, come lievito cattivo, tende a diffondersi e a contagiare tutta la massa se non si predispongono le dovute cautele. Il lievito dei farisei lo si riconosce dal falso zelo religioso che li rende come sepolcri imbiancati e non credibili nelle loro affermazioni circa la parola di Dio, che interpretano a proprio uso e consumo. Lo zelo di Erode è mosso e dettato solo dalla brama del potere e dalla voglia di dominare sugli altri. I discepoli devono tenersi ben lontani da questi vizi; il maestro divino li vuole liberi e sinceri, credibili per l'autenticità della vita e della loro testimonianza. Queste salutari raccomandazioni li trovano evidentemente distratti. Essi sono preoccupati per la mancanza di pane ed hanno già dimenticato che il Maestro lì presente con loro ha già operato sotto i loro occhi il prodigio della moltiplicazione dei pani, sfamando una moltitudine di persone. Racchiude un velo di tristezza il rimprovero di Gesù: "Non capite ancora?". È davvero forte per noi l'attrattiva e la preoccupazione per le cose del mondo; ci prende talvolta al punto di farci dimenticare la potenza e la provvidenza divina. "Avete il cuore indurito?", chiede ancora il Signore. Guardate gli uccelli del cielo e i gigli dei campi... Cercate le cose di lassù e non quelle della terra, diceva S. Paolo ai primi cristiani. Il padre nostro celeste sa di cosa abbiamo bisogno, allora perché affannarsi? Gesù aveva replicato a satana: "Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esca dalla bocca di Dio". Li orienta così verso una fame diversa e un pane diverso. Io sono il pane vivo disceso dal cielo e chi mangia di questo pane non avrà più fame. Dovremmo ripetere spesso oltre la preghiera di Gesù che ci fa dire: "Dacci oggi il nostro pane quotidiano" anche quella invocazione che sgorgò un giorno dalla folla dopo il discorso di Gesù sul pane di vita: "Signore dacci sempre questo pane".

 

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