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TESTO Il Signore è buono e grande nell'amore (286)

don Remigio Menegatti  

VII Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (18/02/2007)

Vangelo: Lc 6,27-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,27-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 27A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, 28benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male.

29A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l’altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. 30Da’ a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro.

31E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. 32Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. 33E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell’Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi.

36Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso.

37Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. 38Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (1 Sam 26, 2-7.12-13.22-23) racconta un momento importante nella lotta tra Saul e Davide. Il re Saul ha motivo di temere Davide, scelto e consacrato da Dio per essere il nuovo re, e così cerca di eliminarlo. In un momento che potrebbe dimostrarsi favorevole per Davide, questi manifesta la sua misericordia e saggezza: non vuole far del male al consacrato di Dio e risparmia la vita di colui che invece ha deciso di ucciderlo, diventando di fatto suo nemico.

Il vangelo (Lc 6, 27-38) riprende alcune indicazioni che Gesù offre a chi intende essere suo discepolo: un amore superiore a quello dei peccatori che si chiudono nel loro gruppo. Il discepolo è chiamato ad amare anche i nemici, a fare del bene a quanti lo odiano e maledicono. Anche la preghiera non può rimanere nello stretto orizzonte di quanti dimostrano rispetto e amore: si tratta di invocare Dio per quanti maltrattano, percuotendo e derubano. In questo modo i discepoli si dimostrano veri figli di Dio, imitano il suo stile di bontà.

Salmo 102
Benedici il Signore, anima mia,
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia,

non dimenticare tanti suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe,
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita,

ti corona di grazia e di misericordia;

Buono e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'amore.
Non ci tratta secondo i nostri peccati,

non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Come dista l'oriente dall'occidente,
così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli,

così il Signore ha pietà di quanti lo temono.

Il salmo, dopo l'invito iniziale a benedire il Signore con tutta la propria vita, motiva le richieste di Gesù e il comportamento esaltato in Davide: è lo stile di Dio che fonda il comportamento richiesto all'uomo che vuole essere fedele a lui.

Infatti se all'uomo è chiesto di perdonare è perché "egli – Dio – perdona tutte le tue colpe", perché "Buono e pietoso è il Signore, lento all'ira e grande nell'amore". Il Signore infatti "Non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe", che invece allontana da sé "Come dista l'oriente dall'occidente".

Siamo figli di Dio e il suo amore richiama e supera quello di qualsiasi genitore verso le sue creature. Infatti, ricorda il salmo: "Come un padre ha pietà dei suoi figli, così il Signore ha pietà di quanti lo temono".

Il discepolo del Signore è chiamato quindi a scoprire nella sua vita questa tenerezza del Signore, e a imitarla per giungere alla vera gioia e vivere da figlio di Dio, l'Altissimo.

Un commento per ragazzi

"Tocca sempre a me!?" sento dire ogni tanto da chi – piccolo o grande che sia – cerca un'onorevole via d'uscita alla richiesta di fare la pace, oppure muovere il fatidico "primo passo" per risolvere una questione che altrimenti sembrerebbe impossibile. Di solito rispondo in modo chiaro e disarmante: "Certo, tocca a te, se ci tieni a questo legame!".

Non so se Dio risponderebbe nella medesima maniera. Ma lui, più che dirci tante cose, ci ricorda che la risposta siamo in grado di trovarcela con facilità se solo consideriamo con attenzione il suo stile. Rileggendo il salmo proposto per questa domenica scopriamo che lo stile di Dio risulta ben chiaro e non ammette tante discussioni.

Un'altra risposta alla domanda relativa alla necessità del pieno e costante perdono è contenuta nella affermazione-provocazione: "Dipende da che parte uno si mette", ovvero dal punto di coinvolgimento. Di solito se siamo noi a chiedere la pazienza e la misericordia degli altri, desideriamo che non abbiano "le braccine corte", ovvero con il cuore piccolo. Infatti una persona dal cuore grande è anche disposta a perdonare. "Misericordia" rimanda al cuore: usa misericordia chi ha il cuore grande. E quello di Dio è davvero grande perché il suo amore per noi è infinito.

Questo spiega il comportamento dimostrato da Davide in un momento cruciale della lotta che Saul gli muove. È la chiave – come una password – che motiva anche le richieste di Gesù ai suoi amici che vogliono diventare anche suoi discepoli.

Il discepolo è uno che segue, non solo perché va dietro ad un maestro, facendo la stessa strada, per ascoltare le sue belle parole; segue nel senso che mette in pratica, realizza, attua, imitando il Maestro. Il discepolo "ascolta" non soltanto perché ode il suono delle parole e ne comprende il significato, quanto invece se le traduce in scelte, le trasforma in gesti concreti, le fa fiorire con impegni a cui è fedele anche quando non risultano facili. Amare i nemici non è una propensione spontanea, un desiderio innato nel nostro cuore; forse il primo passo è quello di non farsi nemici, di non inasprire delle piccole situazioni che altrimenti diventano sempre più complicate. E poi si tratta di lasciarsi guidare da Dio, diventare discepoli del suo Figlio. Ascoltare, nel senso di imitare, quel Gesù che ha camminato sulle nostre strade, ha parlato con la gente, ha mostrato la solidità delle sue parole con gesti altrettanto forti. Ha amato con cuore d'uomo, ha sperimentato l'ostilità e il tradimento, il sospetto e l'opposizione gretta...senza mai smettere di amare, cercando invece il confronto schietto e con animo limpido, il dialogo sincero, donando fiducia e seminando il perdono. Questo stile lo ha accompagnato per tutta la vita, e anche sulla croce tra le sue ultime parole troviamo l'invocazione del perdono per quanti lo insultano dopo averlo crocifisso.

Discepoli del Signore, è questo il nostro obiettivo, e non tanto "ricevere la prima comunione" o la cresima. Sono solo tappe, importanti fin che si vuole, ma tappe sul cammino dei discepoli, un percorso sempre valido anche a distanza di duemila anni perché prima di tutto non cambia il Signore. Lui continua a presentarsi a noi come "Buono e pietoso... lento all'ira e grande nell'amore", colui che "non ci tratta secondo i nostri peccati, non ci ripaga secondo le nostre colpe", e ha pietà di quanti lo temono come un padre ama i suoi figli. Lui non smette di essere Padre; noi desideriamo gustare la gioia di essere figli. Gesù, il Figlio più grande, il nostro fratello maggiore, ci insegna. Lo fa sia con le parole che con l'esempio. Un fratello da ascoltare e da imitare, per far parte della grande festa che Dio prepara per chi vuole sedere alla sua mensa senza escludere alcuno dei fratelli.

Un suggerimento per la preghiera

"Padre clementissimo"... ci piace invocarti così, perché abbiamo scoperto come "nel tuo unico Figlio ci riveli l'amore gratuito e universale". Ti chiediamo: "Donaci un cuore nuovo, perché" pure noi "diventiamo capaci di amare anche i nostri nemici e di benedire chi ci ha fatto del male" e crescere così nella tua amicizia. Lo chiediamo insieme al nostro Signore Gesù Cristo, il tuo Figlio e nostro grande fratello.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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