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TESTO Le Beatitudini: ritratto del missionario

padre Romeo Ballan  

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VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (11/02/2007)

Vangelo: Lc 6,17.20-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,17.20-26

In quel tempo, Gesù, 17disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone,

20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

21Beati voi, che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi, che ora piangete,

perché riderete.

22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già ricevuto la vostra consolazione.

25Guai a voi, che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi, che ora ridete,

perché sarete nel dolore e piangerete.

26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

Riflessioni

Indovinare o sbagliare, vincere o perdere, riuscire o essere sconfitti, adeguarsi o andare controcorrente, finire con un 'benedetto' o con un 'maledetto'... La lista di alternative opposte potrebbe continuare. Gesù aggiunge la sua alternativa nel discorso programmatico delle Beatitudini (Vangelo): "Beati voi... guai a voi..." (v. 20.24). Lo stile letterario usato da Gesù è simile a quello di Geremia (I lettura). Ammaestrare con immagini contrastanti, parallele e ripetitive, era prassi comune fra i maestri dell'epoca, per facilitare l'apprendimento per popoli di cultura orale. È un metodo didattico che i missionari riscontrano ancor oggi presso numerosi gruppi umani.

Più ancora dello stile letterario, è importante cogliere il messaggio. La posta in gioco fra le due alternative espresse da Geremia e da Gesù è la vita, la salvezza, la stessa salvezza eterna. Essere come un tamerisco nella steppa (cioè vivere in un deserto senza frutti e senza vita), oppure essere come un albero piantato lungo l'acqua (impavido del caldo e ricco di frutti) sono il risultato di due opzioni di vita. Sono scelte che il profeta classifica con un giudizio contundente: maledetto... o benedetto... La ragione morale di tale severità, per Geremia sta nella scelta di confidare nell'uomo (v. 5), o di confidare nel Signore (v. 7). 'Confidare' è il verbo della fede: cioè, fissare il punto di solidità della casa, porre il fondamento dell'edificio sulla roccia. Il salmo responsoriale riprende lo stesso tema con abbondanza di immagini prese dalla vita agricola e dalle abitudini sociali.

Gesù propone un programma identico (Vangelo): organizzare la vita, avendo come punto di riferimento globale Dio, affinché il risultato finale sia meritevole di un 'beati voi...', e non di un 'guai a voi...' Optare per Gesù significa scoprire la beatitudine anche all'interno di realtà ritenute comunemente negative, perdenti, secondo le opinioni della maggioranza: beati voi poveri, beati voi che avete fame, voi che piangete, che siete insultati e respinti... Rallegratevi! (v. 20-23). Il parallelismo continua con le immagini opposte, scandite dal 'guai a voi' (v. 24-26). Più che di una minaccia o castigo, si tratta qui di un lamento di Gesù, un'amarezza per la triste situazione di quanti inseguono progetti mondani di opulenza, soddisfazioni egoiste, sopraffazioni, prestigio, onori... Ahimè per voi!

Soltanto chi si fida completamente di Dio riesce a vivere la gratuità, condividere senza accumulare, gioire con poche cose, trovare 'perfetta letizia' anche nel ricevere insulti, rifiuti e persecuzione. La gioia spirituale delle beatitudini non ha nulla a che vedere con soddisfazioni masochiste. Tuttavia non elimina la comune sofferenza insita nelle situazioni difficili, ma sa leggervi dentro un messaggio superiore, una sapienza nuova, un cammino di salvezza, una misteriosa fecondità pasquale. Anche se non di facile e immediata comprensione. Ma vero "segno dell'umanità rinnovata" (orazione colletta).

Le Beatitudini sono un autoritratto di Gesù: povero, sofferente, perseguitato... Ha scelto il cammino della passione, morte e risurrezione per dare la vita al mondo (II lettura). Il programma che Gesù affida agli apostoli -e ai missionari di ogni tempo- non può essere differente: il missionario è l'uomo/donna delle Beatitudini, come li ha definiti Giovanni Paolo II. (*) In particolare, nelle Beatitudini della persecuzione e della povertà, vissuta nella condivisione. Lo confermano le decine di missionari che ogni anno cadono vittime della violenza. Nel 2006 sono stati 24, un numero piuttosto basso rispetto alla media annuale nell'ultimo decennio (32 all'anno). Alla loro testimonianza va associata quella di altri testimoni (giornalisti, forze dell'ordine, aolontari...) caduti in atto di servizio. All'origine di tali uccisioni ci sono spesso banditi e rapinatori; altre volte sono evidenti le motivazioni religiose e sociali.

Fra i missionari uccisi nel 2006, emerge la testimonianza di don Andrea Santoro (60 anni), sacerdote della Diocesi di Roma, ucciso il 5 febbraio a Trabzon (Turchia), mentre era in preghiera in chiesa. Aveva fondato da tre anni la "Finestra per il Medio Oriente", un'associazione dedicata allo studio, alla preghiera e al dialogo per far incontrare il mondo occidentale e il Medio Oriente. P. Elia Koma (59 anni), sacerdote gesuita del Burundi, stimato e attivo nella pastorale e direzione di esercizi spirituali, sarebbe stato ucciso, sembra, per eliminare un possibile testimone di un delitto commesso contro un'altra persona. Suor Maria Yermine Yamlean (33 anni), religiosa indonesiana, molto attiva nella pastorale e nel Movimento Carismatico, fu uccisa da un intruso nel suo convento. Johnny Morales (34 anni), laico, cooperatore salesiano del Guatemala, fu ucciso in un'imboscata, probabilmente per motivi vincolati alla sua integrità, in quanto avrebbe rifiutato di compiere atti illeciti. - Beati gli onesti!


Parola del Papa

(*) "Il missionario è l'uomo delle beatitudini. Gesù istruisce i Dodici prima di mandarli a evangelizzare, indicando loro le vie della missione: povertà, mitezza, accettazione delle sofferenze e persecuzioni, desiderio di giustizia e di pace, carità, cioè proprio le beatitudini, attuate nella vita apostolica (Mt 5,1-12). Vivendo le beatitudini, il missionario sperimenta e dimostra concretamente che il Regno di Dio è già venuto e egli lo ha accolto".
Giovanni Paolo II
Enciclica Redemptoris Missio (1990), n. 91


Sui passi dei Missionari

- 11/2: Madonna di Lourdes (apparizioni nel 1858). - XV Giornata Mondiale del Malato, celebrata in modo ufficiale nel 2007 a Seoul (Corea), con particolare attenzione ai malati 'incurabili'.

- 12/2: S. Saturnino, sacerdote, e 48 laici nordafricani martiri (+304, ad Abitine, Cartagine), che dichiararono davanti al proconsole romano: "Senza la domenica non possiamo vivere".

- 14/2: Ss. Cirillo, monaco (+Roma 869), e Metodio, vescovo (+885), fratelli, nati a Salonicco; divennero evangelizzatori dei popoli slavi e danubiani. Sono com-patroni d'Europa.

- 15/2: S. Claudio La Colombière (1641-1682), sacerdote gesuita francese, promotore della devozione al Cuore di Cristo.

- 15/2: Memoria di P. José de Acosta (+1600), missionario gesuita spagnolo in Perú, studioso e difensore della cultura indigena; ebbe un ruolo importante nel III Concilio Limense (1582-1583).

- 16/2: B. Giuseppe Allamano (1851–1926), sacerdote italiano, fondatore dei Missionari e delle Missionarie della Consolata (Santuario di Torino).

- 17/2: Ss. Sette Fondatori dell'Ordine dei Servi di Maria (Firenze, s. XIII), mendicanti e missionari.

- 17/2: S. Pietro Yu Chong-nyul, padre di famiglia, ucciso a Pyeongyang (+1866), perché sorpreso in casa del catechista a leggere il Vangelo di notte. È uno dei 103 santi martiri coreani (memoria il 20/9).

 

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