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TESTO Beato chi pone la speranza nel Signore (285)

don Remigio Menegatti  

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (11/02/2007)

Vangelo: Lc 6,17.20-26 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 6,17.20-26

In quel tempo, Gesù, 17disceso con i Dodici, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone,

20Ed egli, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:

«Beati voi, poveri,

perché vostro è il regno di Dio.

21Beati voi, che ora avete fame,

perché sarete saziati.

Beati voi, che ora piangete,

perché riderete.

22Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.

24Ma guai a voi, ricchi,

perché avete già ricevuto la vostra consolazione.

25Guai a voi, che ora siete sazi,

perché avrete fame.

Guai a voi, che ora ridete,

perché sarete nel dolore e piangerete.

26Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti.

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Ger 17, 5-8) riprende un forte richiamo di Geremia, preoccupato di mettere in guardia da un rischio sempre presente nel popolo di Dio: dimenticare l'Alleanza e la potenza che viene dal Signore per confidare unicamente sulle proprie forze. Geremia usa un'immagine immediata e chiara per tutti: un albero che cresce vicino o lontano dall'acqua del fiume. Chi confida in se stesso, si allontana dal fiume benefico che è Dio, e presto manifesta la sua fragilità nell'incapacità di portare frutto. Al contrario sperimentano ogni benedizione quanti pongono nel Signore la loro fiducia e si abbandonano in lui, diventando così come alberi che crescono lungo il fiume.

Il vangelo (Lc 6, 17.20-26) presenta la versione di Luca del discorso sulle beatitudini. A differenza di Matteo, Luca è più diretto e incisivo e alla beatitudine contrappone subito la maledizione. Il povero è benedetto, il ricco viene messo in guardia, come pure chi è sazio e ride senza pensare all'affamato e a chi è nella sofferenza. Anche il giudizio troppo benevolo può allontanare da Dio, mentre la critica ingiusta diventa motivo di benedizione.

Salmo 1
Beato l'uomo che non segue
il consiglio degli empi,
non indugia nella via dei peccatori
e non siede in compagnia degli stolti;
ma si compiace della legge del Signore,

la sua legge medita giorno e notte.

Sarà come albero piantato
lungo corsi d'acqua,
che darà frutto a suo tempo
e le sue foglie non cadranno mai;
riusciranno tutte le sue opere.

Non così, non così gli empi:
ma come pula che il vento disperde;
Il Signore veglia sul cammino dei giusti,

ma la via degli empi andrà in rovina.

Il salmo riprende l'immagine della pianta usata da Geremia per indicare la saggezza o la stoltezza dell'uomo. Chi è vicino a Dio è saggio e beneficia del suo dono. Come un albero "piantato lungo corsi d'acqua" sarà rigoglioso, e fecondo perché "darà frutto a suo tempo". Le opere dell'uomo giusto hanno certamente successo, mentre quelle dell'empio sono come la scorza del grano nel momento in cui viene vagliato: sparisce, dispersa dal vento.

Un'altra immagine rafforza e riconferma la precedente: la strada che può condurre alla realizzazione alla felicità, se su di essa veglia il Signore, mentre il cammino dei malvagi porta a rovina sicura.

Nella prima parte si spiega il contenuto di questa immagine, invitando chi ascolta a non seguire il consiglio degli empi, non percorrere la strada tracciata dai peccatori, non frequentare persone stolte, perché non conoscono e non vivono i precetti del Signore. L'uomo è libero di scegliere, ben sapendo la conseguenza vera e definitiva delle sue azioni.

Un commento per ragazzi

Ci sono dei giochi in cui alcuni hanno diritto di scegliere per primi, ma questo non significa che siano più bravi o fortunati di altri. Essere primi nello scegliere non è sempre un vantaggio se si ignora il reale contenuto di ciò che si prende. Ci si può trovare infatti con un "pacco", ovvero una bidonata, mentre il vero premio, ciò che conta e fa la fortuna del giocatore, può rimanere in mano di chi sembrerebbe fino all'ultimo momento il perdente.

Nel gioco di società è bello che avvenga anche così: ce ne guadagna la sorpresa, l'attesa e quindi anche il divertimento (non necessariamente per chi perde!). Nella vita, quella vera, di norma non avviene così. Sì, ci si può trovare anche di fronte a fortune insperate ed esagerate – "la fortuna è cieca" dice un proverbio, mentre l'esperienza afferma che la sfortuna ci vede benissimo! –. Accade che vinca il mondiale la squadra che all'inizio del torneo sembra meno preparata, è vero. Però, a parte queste occasioni, di solito si sa bene quali sono le conseguenze delle proprie azioni. Siamo tutti consapevoli che il bene genera altro bene, come altrettanto avviene per il male. L'amore fa nascere risposte d'amore, mentre l'odio produce frutti degni della cattiva pianta che l'ha generato.

Gesù mette bene in guardia nel compiere scelte in linea con i risultati che si intendono ottenere, anche se a volte i frutti maturano in stagioni che non sembrano più adatte. Tante volte siamo sorpresi di ciò che accade, ma di solito conosciamo bene cosa può nascere dalle nostre scelte, anche se talvolta si tratta solo di attendere la sua stagione, che non decidiamo noi.

Non è il caso che decide chi debba essere felice e chi infelice, e neppure il destino è già segnato nelle stelle; così non è la sorte che ha assegnato ad alcuni il successo e ad altri la miseria, riservando ad alcuni la gioia, mentre altri non trovano sulla propria strada che lacrime e sudore. Tante situazioni negative sono frutto di scelte sbagliate di altri che potendo manifestare solidarietà rimangono piantati saldamente sul loro egoismo. Si scopre che è proprio questo il terreno arido, che può essere bagnato solo dalle nostre lacrime quando ci accorgiamo – ma sempre troppo tardi – di aver buttato via la fortuna contenuta invece nell'amore che si traduce in condivisione, solidarietà, perdono, aiuto generoso e disinteressato. Aiuto che cresce solo attorno d un obiettivo: condividere l'amore di Dio e tutti i doni che sono frutti che maturano su questa pianta... irrigata abbondantemente dalla sua misericordia senza chiede nulla in cambio a noi, e aspettandosi solo la nostra risposta per entrare nella sua gioia.

Allora non serve lamentarsi se l'egoismo ci porta a isolarci e restare chiusi in noi stessi, perché scopriamo di non poter confidare nell'aiuto di chi prima abbiamo ignorato, se non osteggiato in maniera chiara e decisa. Certo, esiste anche il perdono, ma non possiamo pretenderlo solo dagli altri; è difficile ottenerlo se noi stessi non abbiamo mai percorso questa strada che porta a superare le distanze che si creano con scelte sbagliate. Strada che fa ritrovare la gioia di guardarsi negli occhi e vedere il sorriso sul volto dell'altro, tornato ad essere amico e fratello. Se le cose non le sapessimo ci troveremmo in una comprensibile difficoltà; Gesù invece ci mette in guardia con chiarezza perché desidera la nostra gioia, la beatitudine non come una insperata vincita alla lotteria, quanto invece un "fortuna" che costruiamo con le nostre mani, a forza di scelte nella linea che ci propone il Signore. Frutti di piante che hanno radici nel terreno irrigato dal suo amore.

Un suggerimento per la preghiera

O Dio, ancora una volta ascoltando la tua Parola viva abbiamo scoperto che tu sei grande perché "respingi i superbi e doni la tua grazia agli umili". Con fiducia di figli ti invochiamo: "ascolta il grido dei poveri e degli oppressi che si leva a te da ogni parte della terra: spezza il giogo della violenza e dell'egoismo che ci rende estranei gli uni agli altri, e fa' che accogliendoci a vicenda come fratelli diventiamo segno dell'umanità rinnovata nel tuo amore." Lo chiediamo a te per il nostro Signore Gesù Cristo, il modello che ci porta alla felicità.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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