TESTO Accogliere Gesù e la sua parola, per essere discepoli autentici.
XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (22/07/2001)
Vangelo: Lc 10,38-42

In quel tempo, 38mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. 39Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. 40Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, 42ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Continuiamo il vangelo di Luca e l'episodio di Marta e Maria fa parte del lungo viaggio di Gesù verso Gerusalemme (9,51-19,27). Questo viaggio provoca la decisione: come discepoli di Gesù siamo chiamati a profonde scelte, capaci di dare un senso nuovo alla nostra vita.
a. Due donne, due modi di impegnarsi? (vv. 38-41)
Conosciamo bene questo brano di Marta e Maria. Già dai tempi dei Padri della Chiesa, Marta divenne il tipo di persona piena di attività, mentre Maria, fu interpretata come la persona contemplativa. Ciò ha creato preconcetti: Maria che dà ragione alla contemplazione e Marta che resta col rimprovero (v. 41).
Ma niente ci autorizza a pensare che Maria fosse omessa nelle faccende di casa; possiamo supporre che aiutava la sorella e perciò non dovrebbe essere il tipo di persona che fa niente.
Nell'Antico Testamento non si conosce la contemplazione. In Israele, contemplativo è colui che ascolta la parola e la mette in pratica. Gesù non scappa alla regola: "Felici coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano" (cfr. Lc 11,28). Gesù entra nella casa di due donne; strano che Luca ometta la presenza di uomini. Secondo i costumi del tempo, le donne non partecipavano ufficialmente al culto e non potevano dedicarsi allo studio della Legge. Gesù annulla queste norme e una donna diventa discepola. Non è questa una novità in Luca: già all'inizio del vangelo, Luca presenta un altro modello di discepola: Maria di Nazaret, la prima contemplativa che attua (cfr 1,35-38.39.45).
Ciò che succede con Maria di Nazaret, succede anche con Maria, sorella di Marta. Maria è il tipo di discepolo (seduta ai piedi del Signore) non per il fatto di fare niente, bensì perché imposta, come base del suo essere discepola, l'accoglienza della Parola di Dio che le viene nella persona di Gesù.
Luca non dice cosa avrebbe detto il Maestro a Maria. Ma questo può essere sottinteso nel contesto del suo viaggio a Gerusalemme. Maria diventa discepola contemplativa nella stessa azione che unisce il discepolo al suo Maestro.
L'episodio, poi, non afferma che è il momento di fuggire dall'azione pastorale per cercare rifugio nella contemplazione. Al contrario, afferma che la contemplazione è sintonia col Maestro che sta a cammino di Gerusalemme.
In altre parole, contemplativo è colui che cerca di scoprire, nella preghiera e nel discernimento, il suo ruolo dentro il progetto di Dio, esattamente come ha agito Gesù che fu allo stesso tempo, contemplativo, mistico e costruttore della nuova società.
La mistica che anima il cammino dei discepoli è quella della Parola che trasforma le relazioni.
b. L'unica cosa necessaria (v. 42)
"Maria ha scelto la parte migliore e non le sarà tolta" (v. 42). L'equivoco di Marta consiste nel voler dimostrare ospitalità, senza accogliere il dono che Dio le ha fatto in Gesù Cristo, la Parola di Dio. Maria, si solidarizza col Maestro a cammino di Gerusalemme, scoprendo un modo nuovo di fare le cose, ossia, incontrò le radici del discepolato che la rende partecipe del progetto di Dio. Si lasciò animare dalla parola che genera una società e una storia nuova.
"Cercate prima il Regno di Dio ed il resto vi sarà dato in sovrappiù" (cfr. 12,31).
Per riflettere
Questo brano mi richiama vivamente il modo semplice delle famiglie brasiliane. Quando si è invitati, non ci sono tanti convenevoli: si sta insieme, ci si parla ed insieme si prepara il cibo. Dico questo riferendomi alle usanze delle famiglie semplici, povere. Inoltre, il brano di oggi, ha dei buoni suggerimenti per l'azione pastorale: cercare prima il Regno di Dio, accogliere la Parola e migliorare le relazioni tra di noi. Ciò, mi sembra, voglia dire che è inutile perdere il tempo in discussioni sulle priorità, tanto di azione come di contemplazione, o peggio ancora, "fare esercizi di mistica" senza tener presente la "missione" a cui la mistica rimanda. Maria è discepola di un Maestro che sta per affrontare un conflitto tremendo. Luca accompagnava Paolo. Avrà forse scosso la testa davanti alle fatiche pastorali di Paolo?
È facile cadere in equivoci, soprattutto se vogliamo ridurre il cammino del discepolo ad una pura esperienza individualista. Azione e contemplazione sono due facce della stessa realtà: accogliere la Parola che si è fatta carne e viverne il Regno. Quindi l'una ha bisogno dell'altra; non possono essere separate. Diversi santi hanno capito questo fatto molto bene: non si sono rifugiati in una contemplazione esercizio e nemmeno fecero delle loro opere un manifesto contro la necessità della preghiera. Il discernimento aprì il loro cuore alla Parola e stimolò i loro passi verso la testimonianza.
Nell'azione pastorale è inevitabile il rischio dell'attivismo da una parte e quello dello spiritualismo dall'altra. Triste e incongruente quando ci facciamo paladini dell'uno o dell'altro. Intendo che pregare è mettere davanti a Gesù l'oceano di attività a cui siamo chiamati di modo che la vita diventi contemplazione nell'azione per il Regno. Ci sono molti modi per "fuggire" a questo cammino. La nostra pastorale, se siamo sinceri, ci apre gli occhi per capire le deviazioni che non poche volte preferiamo, sia rifugiandoci in solenni riti, staccati da un impegno di vita, sia buttandoci in un attivismo svincolato dall'ascolto e dalla pratica della Parola di Dio. Marta e Maria non sono antagonismo; sono due sorelle come dovrebbe essere la nostra ricerca del Regno: accoglienza della Parola e testimonianza dell' Amore che ci è stato donato.