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TESTO Amici di Dio e profeti

don Marco Pratesi  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (04/02/2007)

Brano biblico: Is 6,1-2.3-8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 5,1-11

In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

La prima lettura ci racconta la vocazione di Isaia. Egli vede il tempio riempito dai margini del manto di Dio che, seduto sul suo alto trono, sta molto più in alto. L'immagine è ben espressiva. Da un lato Dio è, appunto, molto più in alto, incontenibile e incomprensibile rispetto a qualsiasi capacità umana; dall'altro, tuttavia, i lembi del suo manto arrivano nel tempio, e attraverso di esso, viene a contatto con Israele. Trascendenza e immanenza sono dunque congiunte. Un Dio solo trascendente, solo distante, scomparirebbe nei cieli e diventerebbe irrilevante. Un Dio solo immanente, solo "contiguo", finirebbe per identificarsi con l'uomo stesso e per scomparire, non sarebbe più un "tu" col quale entrare in rapporto, il dialogo si farebbe monologo.

Per un dialogo d'amore, per stabilire un'amicizia, occorre un Dio-altro/oltre e un Dio-con/dentro.

"Con la Rivelazione Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con sé" (Dei Verbum 2).

È questo il senso della domanda: "Chi manderò? Chi andrà per noi?": Dio, il Dio infinitamente distante e alto su tutto, vuole colmare le distanze, farsi presente nella storia, entrare nella vita.

Per rendersi presente e accessibile, Dio tra l'altro illumina persone speciali - come Isaia, come gli apostoli - che in momenti specifici della storia della salvezza comunicano agli uomini la luce che Dio ha mostrato loro, quell'unica sapienza di Dio che "attraverso le età entrando nelle anime sante, forma amici di Dio e profeti" (Sap 7,27).

Con questo è anche disegnata la nostra vocazione: apriamoci alla Sapienza che viene non da noi stessi ma dall'alto; lasciamo che la Parola ci riveli il volto autentico di Dio; entriamo in consonanza con lui; diveniamo a nostra volta profeti: gente che sa leggere e vivere il progetto di Dio, e che sulla storia ha anche da dire a tutti una parola chiarificatrice.

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.

 

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