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TESTO Commento su Luca 5,1-11

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V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C) (04/02/2001)

Vangelo: Lc 5,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, 2vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 5Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». 6Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. 7Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. 8Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; 10così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Dalla Parola del giorno

Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto.

Come vivere questa Parola?

In pieno giorno, non di notte quando di solito i pesci entrano nelle reti, in pieno giorno, quando Pietro sulla Parola di Gesù le aveva calate in mare, era avvenuta la pesca prodigiosa!

Lo stupore è il primo movimento, ma il secondo, pure tanto importante, è da parte di Pietro questo avvertire acutamente la sua realtà di peccatore. E' così anche nel racconto della chiamata d'Isaia (cfr. 1^ lettura: Is 6,1-8), dove il profeta davanti all'infinita maestà di Dio, grida: "Io sono perduto perché sono un uomo dalle labbra impure".

Ed è questo che, dentro un vero percorso spirituale, sempre deve avvenire. Per poco che restiamo illuminati e come afferrati dall'infinita potenza di Dio-infinito Amore, il cuore stesso si spaura. E' la necessaria, assolutamente necessaria verità dei nostri limiti, colpe, difetti che del tutto prende forma, come un mucchio di cenci in una stanza buia in cui irrompe, improvviso, il sole. Ma quel che più ancora questo evidenzia è il fatto che Gesù proprio da questa verità da noi pienamente acquisita, muove il suo invito: "Non temere, ti farò pescatore di uomini".

Oggi, nel mio dimorare nel cuore, contemplerò a lungo Gesù: il suo riempirmi la barca di pesci (= la vita di cose buone), il suo far risplendere su di me il suo Volto, che è santità e amore. Signore, nella tua santità che io mi riconosca peccatore, ma senza scoraggiamenti né sensi di colpa. Colga il tuo perdono come rassicurazione e incoraggiante invito ad aprirmi a tutto il bene che tu mi chiami ad operare presso i fratelli.

La voce di un antico Padre

Colui che confessa la sua infermità è vicino alla guarigione; ma quando un cuore resta duro, le sue infermità si moltiplicano. Così non c'è peccato che non possa essere perdonato se non quello che non è seguito da conversione.
Isacco di Ninive

 

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