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TESTO Commento su Eb 2,14-16

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Presentazione del Signore (02/02/2001)

Brano biblico: Eb 2,14-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-40

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. 34Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione 35– e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».

36C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, 37era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. 38Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

39Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. 40Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

 

Forma breve (Lc 2,22-32):

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

Dalla Parola del giorno

Fratelli, poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Gesù ne è divenuto partecipe, per ridurre all'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura.

Come vivere questa Parola?

Questa festa era chiamata fin dall'antichità "festa della luce". Si portano all'altare i ceri che, accesi, brillano di vivide fiammelle a significare l'incontro nostro col Padre, in Gesù che, come dice qui la lettera agli Ebrei, "è divenuto partecipe della nostra natura umana". Egli, di cui dice Simeone nel Vangelo odierno, che è "luce per illuminare le genti", è venuto a ridurre all'impotenza un tale, che proprio sulla morte ha potere. Si tratta di Satana, il principe delle tenebre, la cui strategia è di attirare l'uomo dentro il falso luccichio degli idoli (dalla sete di ricchezza, a quella del piacere e del potere) pur di imprigionarlo in una vita dove sono assolutizzati i beni di quaggiù. E' dentro questo accecante, falso luccichio, dentro queste assolutizzazioni che la catena più pesante diventa una terribile paura della morte, di cui molti sono "soggetti e schiavi per tutta la vita". E' dunque vero: l'autentica libertà è un fatto tutto interiore, è la grazia di sentirsi liberati dalla paura di quel passaggio obbligato che, per chi non crede, è la fine di tutto, mentre per noi è, come per S. Francesco, "nostra corporal sorella morte".

Oggi, nella mia oasi contemplativa dentro il cuore, visualizzerò Maria Santissima che presenta all'altare di Dio il Figlio Gesù. Chiederò a Lei di sentirmi vivamente partecipe dell'offerta al Padre del suo Figlio, mio liberatore. E proverò a sorridere interiormente ad ogni evento di vita che vivrò con Lui. Anche alla mia morte, fin d'ora percepita come passaggio alla pienezza della Vita.

La voce di un pastore nella Chiesa di Dio

La morte, anticipata dalle varie "fratture" del corpo, non è un punto d'arrivo; è un passaggio, una strettoia che permette la nascita dell'uomo nuovo. E' il "dies natalis"[...]. Niente è più consolante del sapere che il nostro corpo risorgerà, che la morte e la separazione dalle persone care non è affatto la parola ultima.
Card. Carlo Maria Martini

 

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