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TESTO Commento su Marco 6,7-13

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Giovedì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (01/02/2001)

Vangelo: Mc 6,7-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Gesù chiamò i dodici, ed incominciò a mandarli (...). E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche.

Come vivere questa Parola?

Anche se alcuni, nel corso dei secoli, presero alla lettera queste parole di Gesù, è chiaro che vanno lette nel loro significato emblematico. Quello da cui non ci si può esimere, è di capire con quale amore Gesù ci chiama a sé, e come sia il suo stesso amore a "mandarci", ma nella gratuità e nella libertà dal possesso, dai gravami delle cose e dalla ressa delle problematiche incompatibili con la gioia vera del Regno.

La vita è un viaggio, come recentemente è stato messo a fuoco anche da narratori contemporanei. Ma il guaio è che viaggiando, invece di andarsene leggeri, liberi dal troppo avere e partecipi della vita e delle urgenze degli altri, l'uomo di oggi si carica di enormi pesi, di troppe cose. Perfino per fare il bene, per realizzare l'apostolato, spesso sembra esigere mezzi prestigiosi, complicati e costosi. Invece no! Basta un "bastone" a cui appoggiarsi lungo il cammino! La solida, indiscussa certezza d'essere infinitamente amati e perciò chiamati, e perciò mandati. Tutto il resto è di troppo e impedisce l'unica cosa che conta: il lieto annuncio, il farsi dono.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiederò a Gesù di rendermi lucido nella conoscenza di me e deciso allo "sgombro" delle inutilità che mi trascino nel viaggio dei miei giorni: sì cose, ma anche inutili pretese, lamentele, esigenze egoistiche. Verbalizzerò:

Ch'io conosca sempre più la verità del tuo amore, Signore, e sarò libero.

La voce di una scrittrice vivente

Il cammino interiore che conduce alla libertà è il cammino di chi ha il coraggio di alzare lo sguardo verso il cielo e riconoscere la propria debolezza. Nella debolezza sente il suo nome pronunciato forte e risponde: Chi mi ama? E' a questo punto che nasce l'unicità del proprio cammino che ci conduce a esistere nella libertà.
Susanna Tamaro

 

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