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TESTO Commento su Marco 5,1-20

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della IV settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (29/01/2001)

Vangelo: Mc 5,1-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Giunti che furono da Gesù, videro l'indemoniato seduto, vestito e sano di mente, lui che era stato posseduto dalla Legione, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro che cosa era accaduto all'indemoniato e il fatto dei porci. Ed essi si misero a pregarlo di andarsene dal loro territorio.

Come vivere questa Parola?

Il Vangelo di oggi narra una scena quanto mai movimentata, con punte drammatiche. C'è un uomo posseduto dal demonio che nessuno riesce a domare. Si aggira notte e giorno tra i sepolcri e sui monti e si percuote con le pietre. Quando Gesù interviene, è la liberazione dell'uomo quella che immette respiro e luce divina nel racconto. Però il Signore ha creduto bene di acconsentire anche all'invocazione dei demoni. Gli hanno chiesto, uscendo da quell'uomo, di poter entrare in una numerosa mandria di porci. Quando questo è avvenuto, tutto quel bestiame è andato a precipitarsi nel mare.

Il quadro finale è dominato da un forte contrasto: da una parte l'uomo liberato che se ne sta seduto e composto, in un atteggiamento di riconquistata pace, di piena armonia. Dall'altra l'accalcarsi furibondo degli abitanti del luogo attorno a Gesù. Gli hanno da parlare, certo! In ordine a che cosa? Ai loro interessi economici messi a repentaglio dalla perdita dei porci. E chiedono al Signore di andarsene per questo. Dell'uomo liberato, riconquistato alla sua dignità e armonia? Oh, proprio niente gl'importa!

Oggi, nella mia pausa contemplativa, prenderò in mano il mio cuore per guardarci dentro. M'importano più le persone e la comunione o il guadagno e gl'interessi comunque materiali? Più la libertà del Regno di Dio o tutto il raggomitolarsi delle tante faccende attorno al mio "ego"? Verbalizzerò:

"Crea in me, o Dio, un cuore puro".

La voce di un maestro spirituale contemporaneo

La santità è spazio di libertà non di paura; di simpatia, di condivisione e solidarietà. La santità è bellezza che rifulge dove si fa vincere la comunione invece del consumo, la contemplazione e la gratuità invece del possesso e della voracità.
Enzo Bianchi

 

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