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TESTO Regna il tuo Dio!

don Marco Pratesi  

Natale del Signore - Messa del Giorno (25/12/2006)

Brano biblico: Is 52,7-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 1,1-18

1In principio era il Verbo,

e il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2Egli era, in principio, presso Dio:

3tutto è stato fatto per mezzo di lui

e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.

4In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5la luce splende nelle tenebre

e le tenebre non l’hanno vinta.

6Venne un uomo mandato da Dio:

il suo nome era Giovanni.

7Egli venne come testimone

per dare testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8Non era lui la luce,

ma doveva dare testimonianza alla luce.

9Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10Era nel mondo

e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;

eppure il mondo non lo ha riconosciuto.

11Venne fra i suoi,

e i suoi non lo hanno accolto.

12A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13i quali, non da sangue

né da volere di carne

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria,

gloria come del Figlio unigenito

che viene dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15Giovanni gli dà testimonianza e proclama:

«Era di lui che io dissi:

Colui che viene dopo di me

è avanti a me,

perché era prima di me».

16Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto:

grazia su grazia.

17Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18Dio, nessuno lo ha mai visto:

il Figlio unigenito, che è Dio

ed è nel seno del Padre,

è lui che lo ha rivelato.

La bella pagina di Isaia si apre con un'immagine insolita: quella dei piedi. Sono i piedi del messaggero che cammina sui monti, diretto a Gerusalemme per portare una buona notizia: gli esiliati in Babilonia ritornano in patria. L'immagine dei piedi del messo suggerisce che la salvezza è in cammino, arriva.

Questo annunzio apre la bocca alla lode, suscita vocìo di esultanza: da parte delle sentinelle della città, da parte delle rovine stesse di Gerusalemme ancora sfigurata dalle devastazioni.

Le sentinelle gridano, perché vedono coi loro occhi ("occhio ad occhio", dice l'ebraico) il ritorno del Signore nella sua città e in mezzo al suo popolo.

Egli ha snudato il suo braccio: si è dato da fare, ha agito con forza, operando una liberazione che sarà meravigliosa non solo agli occhi di Israele, ma di tutti i popoli.

Seguendo il filo dei riferimenti al corpo umano, abbiamo così ricostruito l'itinerario spirituale proposto dal profeta.

Non rassegnarti, non credere che la tua vita e il tuo futuro siano nelle mani di potenze estranee: il re è Dio!
Questa è la buona notizia.
Le sentinelle, chi veglia, lo sa: Dio viene, Dio arriva.

Quando questo annunzio viene accolto, il regno di Dio diventa realtà, la Parola si realizza, la salvezza si rende presente. Si produce allora un ribaltamento delle prospettive: la disperazione cede alla speranza, la desolazione alla consolazione. In un modo tale che questo diventa segno di speranza e di luce anche per altri, che magari conoscono Dio solo superficialmente o per niente.

Non è ancora arrivata la nuova terra, non siamo ancora nella nuova Gerusalemme, ma Dio viene, è con noi.

La risposta di Dio ai problemi del mondo è un bambino nella mangiatoia, il segno della sconcertante regalità di Dio sulla storia dell'umanità e di ogni uomo. Segno che, laddove rimanga rifiutato e ignorato, ci lascia nel buio e nella solitudine; compreso e accolto, ci fa rinascere alla gioia di sapere che la vita - nostra e del mondo - è nelle mani del Signore.

Un segno - il bambino di Betlemme - da non lasciar cadere, da non dimenticare. Dobbiamo impedire che le preoccupazioni e le occupazioni ci scippino della nostra gioia. Dobbiamo conservare con cura questa buona notizia, perché anche altri possano in qualche modo cogliere una novità, e nel buio del mondo percepire la luce che oggi splende a Betlemme.

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.

 

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