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TESTO Viene il Dio della gioia

don Marco Pratesi  

III Domenica di Avvento (Anno C) - Gaudete (17/12/2006)

Brano biblico: Sof 3,14-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 3,10-18

In quel tempo, 10le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». 11Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare faccia altrettanto». 12Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». 13Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato». 14Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 17Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

18Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

"Alleluia! Viene in mezzo a noi il Dio della gioia". Il responsorio del salmo odierno riassume benissimo, in una frase, il senso dell'oracolo di Sofonia. Esso infatti è un invito molto semplice ma essenziale: gioisci!

Il motivo della gioia, ancora una volta, non risiede nella bontà delle situazioni umane, anzi. Chi conosce il resto del breve libro di Sofonia, sa che il profeta annunzia tempi duri per l'Israele indocile del suo tempo. Non a caso l'autore medievale del famoso "Dies irae" si rifarà alle espressioni di Sofonia circa il "giorno del Signore", il momento del suo intervento forte. Però, attraverso e oltre tutto questo, il Signore si farà presente in modo nuovo e più intenso. Il motivo della gioia è appunto questo: "Il Signore tuo Dio in mezzo a te è un salvatore potente" (v. 17). Non c'è più la punizione, non più il nemico, non più la rovina incombente, col suo seguito di ansia e di sgomento. Il Signore in te gioirà di te, esulterà per la tua salvezza. La gioia alla quale siamo chiamati consiste proprio in questo: sintonizzare il nostro cuore sulla gioia del Signore, attingere dal suo cuore un po' di quella gioia.

Si può comandare la gioia? Non è qualcosa che nasce spontaneo e basta?

C'è una igiene da fare: non lasciare il nostro orizzonte interamente ostruito dalle cattive notizie.

C'è una educazione da darsi: disporsi ad accogliere la gioia che esiste già in Dio.

Come tutte le cose preziose, la gioia autentica è al tempo stesso, paradossalmente, conquista e dono. Non viene da sé, senza il nostro impegno; ma viene da sé, perché è il Signore che si fa presente.

Non viviamo spesso come se lui non fosse presente? Non abbiamo così spesso la sensazione di una vita che sta sotto la maledizione: debole, incerta, minacciata, breve? Non siamo spesso soggiogati dall'ansia che inflessibile, ci sferza, facendoci sgambettare a suo piacimento? Non sentiamo diminuire la nostra energia di fronte a forze ostili che invece sembrano crescenti?

Antidoto contro il male è la presenza del Signore. L'avvento, scuola di gioia, ce lo ricorda. Ripetiamocelo spesso in questa settimana, diciamocelo in mezzo alle stanchezze, alle ansie, alle paure: "Alleluia! Viene in mezzo a noi il Dio della gioia."

I commenti di don Marco sono pubblicati dal Centro Editoriale Dehoniano - EDB nel libro Stabile come il cielo.

 

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