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TESTO Nell'attesa della sua venuta

don Roberto Rossi  

I Domenica di Avvento (Anno C) (03/12/2006)

Vangelo: Lc 21,25-28.34-36 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Iniziamo quel tempo liturgico particolare che ci prepara alle celebrazioni del Natale del Signore: l'Avvento. Avvento per noi significa attesa, venuta, preparazione: "preparate la via del Signore". L'Avvento, ci prepara ad accogliere la grazia di Gesù nel ricordo e nella celebrazione della sua nascita. Il Natale è segno di grazia, di salvezza, di misericordia, di perdono, di fervore, di amore appassionato e convinto a Cristo Gesù che è venuto e ha offerto tutto se stesso per amore nostro. "Dio ha tanto amato il mondo da mandare il Suo Figlio per noi". Dio sempre ama di amore infinito il mondo, ama la sua Chiesa, ama ciascuno di noi. Dio è amore sempre, Dio non può essere che amore e misericordia. Questo è l'annuncio e la verità che dà luce, serenità, forza alla nostra vita, in qualunque situazione ci troviamo.

L'avvento è la nostra preparazione al Natale, è la nostra invocazione che il Signore venga ad aiutarci e a salvarci, è il nostro impegno cristiano di andare incontro al Signore e di volergli bene. Ci si può chiedere: perché questo vangelo, che fa un forte riferimento alla fine dei tempi, e quasi sembra turbare il clima e i sentimenti natalizi di questo periodo.

L'Avvento è questo sguardo e questo cammino verso il Natale, cioè verso Cristo. Ma sempre noi siamo in cammino verso Cristo, Colui che incontreremo Re glorioso e nostro Salvatore alla fine del tempi, alla fine della nostra vita; Colui che incontriamo ogni giorno.

C'è allora una attesa e una preparazione di fronte al Dio che viene a noi, ogni giorno, al Dio che passa, che ci salva. "State bene attenti... vegliate e pregate... la vostra liberazione è vicina". Questo fa parte anche della più autentica tradizione dei primi cristiani, i quali non avevano la celebrazione del Natale (verrà successivamente), ma sempre aspettavano la venuta gloriosa di Cristo, la sua ultima venuta ("nell'attesa della sua venuta!").

Nei testi biblici di oggi abbiamo il germoglio e il Re della gloria: il profeta Geremia annuncia la venuta di un discendente di Davide, che nascerà come "un germoglio di giustizia" e sarà gioia e speranza, sarà il salvatore.

Nel vangelo Gesù ci vuole preparare al suo ritorno glorioso e sottolinea alcuni aspetti particolari: la vigilanza, la preghiera e, come dice la seconda lettura, l'amore vicendevole e verso tutti.

La vigilanza può essere la riflessione sulle ultime cose, sul mio incontro col Signore, sulla necessità di avere un rapporto equilibrato con tutte le cose che ho. Tutto è precario. Le cose sono di breve durata. Anche le difficoltà non hanno carattere assoluto.

La saggezza è sapere che siamo in questo mondo, ma non di questo mondo; siamo fatti per l'eternità. Scrutare il cuore perché non si appesantisca in dissipazioni, affanni della vita. Avere un impegno di equilibrio: sapere quanto è importante il tempo per la preghiera e la fraternità.

La preghiera: sappiamo quanto è importante dare tempo e spazio alla preghiera nella propria giornata.

Poi "l'amore vicendevole e verso tutti": le opere della carità, la vita nell'amore come autentica vigilanza a Cristo che incontro, a Cristo che viene, a Cristo Gesù che posso amare ed aiutare in ogni persona, specialmente nei più bisognosi.

L'apostolo Paolo ci insegna a pregare perché il Signore ci faccia crescere e abbondare nell'amore vicendevole e verso tutti, per rendere saldi e irreprensibili i nostri cuori nella santità e comportarci in maniera da piacere al Signore. Questo è il modo più bello per vivere la vita di ogni giorno e per prepararci all'incontro col Signore.

Possiamo fare anche un'applicazione concreta alla nostra vita: molte volte incontriamo difficoltà, preoccupazioni, sofferenze. Dobbiamo farci coraggio: il Signore non ci abbandona mai, il Signore è vicino, il Signore viene sempre per aiutarci e per salvarci. Vorremmo poter affermare con certezza di fede, anche in ogni momento difficile: "Alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina". Sperimenteremo che il Signore non si smentisce, ma sempre porta a compimento ciò che ha promesso.
Ci facciamo anche alcune domande:

- Come posso pregare di più e con fede, in questo tempo di avvento?

- Come posso amare di più il mio prossimo, in casa, nel lavoro, nelle relazioni con gli altri, nella vita della parrocchia?

- Come posso preparare in concreto l'incontro profondo e personale con Gesù, mio Dio e mio salvatore?
Camminiamo così nella strada del Signore!

 

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