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TESTO Commento su Is 54,1

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della III settimana di Avvento (19/12/2002)

Brano biblico: Is 54,1 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Esulta, o sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori, perché più numerosi sono i figli dell'abbandonata che i figli della maritata.

Come vivere questa Parola?

Riusciamo a entrare in questa esultanza solo se chiediamo allo Spirito Santo che ci apra interiormente al mistero dell'Incarnazione, al Regno di Dio che, in Cristo Gesù, è già in mezzo a noi, pur sotto i veli della fede. È in questo senso che vediamo correlata la prima lettura, tratta dal profeta Isaia, col vangelo odierno. In esso Gesù afferma qualcosa che, sulle prime, ci stupisce: Giovanni Battista è il più grande tra i nati di donna. Eppure il più piccolo nel Regno di Dio è più grande dello stesso Giovanni. È così, perché, per la venuta di Gesù, per il fatto che la Sapienza del Padre, è venuta ad assumere la nostra umana natura, c'è stata veramente una nuova creazione. Avere la fede significa credere che il Regno di Dio instaurato da Cristo è un cambiamento radicale. Vedo le stesse cose, vivo gli stessi avvenimenti, ma se sono con Gesù, se ho accolto il suo regnare in me, nella mia vita, tutto è incredibilmente NUOVO, DIVERSO da quello che vede e vive chi o non crede o crede superficialmente.

Oggi, incontro al Natale che viene, vivo l'attesa che è gioia se assumo interiormente questa certezza. La meraviglia di Natale è Gesù che mi rende figlio del Padre, per mezzo di Lui che è il Figlio per eccellenza.

Credo, Signore, che ogni tipo di fecondità naturale, nel tuo Spirito, si trasfigura e si divinizza in te. Credo, Signore, che ogni tipo di sterilità viene vinta e cancellata. Purché io accolga pienamente il tuo amore e entri nella NOVITÀ dell'amore con te per ognuno che bussa al mio cuore.

La voce di un dottore della Chiesa

Il Verbo divino sempre abita in questo tabernacolo della natura umana. Egli si rivestì della nostra carne per non abbandonarla mai più, per conservarla sempre. La gloria e l'onore di cui il Verbo divino ci ha rivestiti restituiamola intera al benignissimo nostro salvatore, non colle parole solamente, ma soprattutto con le opere.
San Giovanni Crisostomo

 

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