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TESTO Commento su Nm 24,3-4

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della III settimana di Avvento (16/12/2002)

Brano biblico: Nm 24,3-4 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Oracolo di Balaam, figlio di Beor, e oracolo dell'uomo dall'occhio penetrante; oracolo di chi ode le parole di Dio e conosce la scienza dell'Altissimo, di chi vede la visione dell'Onnipotente, e cade ed è tolto il velo dai suoi occhi.

Come vivere questa Parola?

Balaam è un indovino pagano molto famoso. Da lontano lo ha fatto venire Balac che vuole maledire Israele con la forza di questo uomo potente in magia. Ma ecco, Balaam si trova a vivere l'impotenza di fronte alla volontà di Dio, l'Altissimo. E dalla sua bocca escono parole di benedizione: "Come sono belle le tue tende, Giacobbe, le tue domore! Sono come torrenti che si diramano. Fluirà l'acqua dalle sue secchie. Il suo Re sarà più grande di Agag". E quando Balac vorrebbe che ancora si provasse a maledire, è di nuovo una benedizione quella che esce dalla sua bocca. "Io lo vedo, io lo contemplo ma non da vicino. Una stella spunterà da Giacobbe". Si tratta dunque di una benedizione e insieme di una profezia, perché è a Gesù che allude: colui di cui l'Apocalisse dirà che è la "luminosa stella del mattino". Un'osservazione importante. Per due volte Balaam si percepisce come l'"uomo dall'occhio penetrante", colui al quale "cade ed è tolto il velo dagli occhi".

Oggi, nella mia pausa contemplativa, ringrazio per la forza di benedizione che è nel progetto di Dio, fino a trasformare in benedizione ciò che, di per sé, sarebbe maledizione. Penserò a quell'espressione della Legge di Mosè: "Maledetto colui che pende dal legno" (il legno della croce) che diventa, a causa di Gesù crocifisso e risorto, una benedizione grande, infinita per noi! E ancora pregherò:

Aiutami, Signore, ad avere l'occhio penetrante della fede! Cada il velo di un vivere travolto dall'esteriorità e si apra lo sguardo del cuore su di te, o Amore che vieni.

La voce di un monaco del X secolo

Ti ringrazio perché tu stesso, mentre sedevo nell'oscurità, ti sei rivelato a me, hai sfavillato, mi hai accordato di vedere l'insostenibile luce del tuo volto. Sono rimasto assiso nel buio, lo so, ma mentre ero lì, rivestito di tenebra, hai brillato quale luce. Mentre ero nelle tenebre, sono divenuto, nella notte, luce.
S. Simeone il Nuovo Teologo

 

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