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TESTO Commento su Ap 5,1.5

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Giovedì della XXXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (21/11/2002)

Brano biblico: Ap 5,1.5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Colui che era sul trono teneva nella mano destra un libro a forma di rotolo, scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli. [...] Non piangere più; ecco, ha vinto il leone della tribù di Giuda, il Germoglio di Davide; egli dunque aprirà il libro.

Come vivere questa Parola?

Il simbolico libro qui raffigurato nelle mani del Dio onnipotente rappresenta la storia del mondo, così come Dio la vuole. Ma nessuno – dice la visione – è degno di aprire il libro e di leggerlo. Ciò vuol significare che nessuno è degno di realizzare il progetto di Dio sulla storia umana e tutto è "sigillato", bloccato. Ma ecco la consolante rivelazione: uno dei vegliardi esclama: Non piangere più perché è sorto il vincitore, colui che aprirà il libro e ne darà la lettura dentro il piano di Dio. Si tratta del "leone della tribù di Giuda" cioè del Messia. Il leone è simbolo della forza e della potenza del Cristo, il "re" scelto da Dio, l' "unto" da Lui, capace di riscattare e dominare il mondo. Attenzione, però! L'immagine che immediatamente segue è quella dell' "Agnello come immolato" ma "ritto in mezzo al trono". È Lui che "prende il libro dalla destra di colui che sedeva sul trono" e tutti, lì intorno, si prostrano adorando.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo di penetrare la profondità di questi simboli: il leone e l'agnello. Sono immagini evocative del mistero di Gesù: la potenza della sua morte e resurrezione e il valore vittimale del suo dare la vita immolata per i nostri peccati. "Immolato" perché è morto vittima per noi ma è "ritto" come colui che è risorto e infonde forza e speranza nel mio cuore. Mi trattengo poi a pregare interiorizzando quello che l'Apocalisse chiama "canto nuovo".

O Gesù, "Tu sei degno di prendere il libro della storia del mondo. Tu sei degno di dissigillare questo libro, di rivelarne le oscurità. Tu, immolato per noi, hai riscattato uomini di ogni lingua popolo nazione. Tu ci hai costituiti "sacerdoti" di un sacerdozio santo, spirituale. Fa' che io viva di questa identità profonda e nobile, offrendo quello che vivo insieme a te, Gesù, offrendo con te tutta la mia vicenda giorno dietro giorno al Padre.

La voce di un esegeta

La morte-resurrezione del Signore fa sì che il gemito della creazione, dell'uomo e dello stesso cristiano non sia più da leggere come il segno dell'inutilità della vita e della storia, ma come il gemito della partoriente che porta alla vita. Di qui una visione nuova dell'esistenza e della storia che non concede più alcuno spazio alla disperazione né alla passiva rassegnazione.
Bruno Maggioni

 

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