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TESTO Il Signore è vicino

don Marco Pratesi  

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XXXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (19/11/2006)

Vangelo: Mc 13,24-32 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 13,24-32

24In quei giorni, dopo quella tribolazione,

il sole si oscurerà,

la luna non darà più la sua luce,

25le stelle cadranno dal cielo

e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte.

26Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria. 27Egli manderà gli angeli e radunerà i suoi eletti dai quattro venti, dall’estremità della terra fino all’estremità del cielo.

28Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l’estate è vicina. 29Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte.

30In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 31Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.

32Quanto però a quel giorno o a quell’ora, nessuno lo sa, né gli angeli nel cielo né il Figlio, eccetto il Padre.

Il brano evangelico di oggi rappresenta la parte centrale e conclusiva del "discorso escatologico" di Gesù nel Vangelo di Marco (c. 13). In esso vengono associati e in qualche modo collegati avvenimenti diversi: la morte e risurrezione di Gesù, la distruzione di Gerusalemme e del tempio nel 70 d. C., vari disastri della storia umana, la persecuzione della Chiesa e il ritorno finale di Cristo. Se tutte queste cose siano collegate nel testo - al punto che talvolta non si riesce bene a distinguere cosa si riferisca a cosa - il motivo c'è.

Vi sono esperienze - nella grande e nella piccola storia - nelle quali si ha l'impressione forte che il male sia vittorioso e, come in un nuovo diluvio universale, straripi nel mondo in modo inarrestabile; che, per usare una espressione dei Salmi, "vacillano le fondamenta della terra" (Sal 82,5). Fatto emblematico ne è la distruzione del tempio di Gerusalemme, che per gli ebrei rappresentò veramente una "fine del mondo".

Questo è quanto accade anche nella passione e morte del Signore. Quando Gesù è sopraffatto dalle forze del male, che sembrano averlo definitivamente annientato, questa è davvero - o almeno sembra molto - la fine di ogni speranza.

È invece l'inizio di una speranza ancora più forte e solidamente fondata. Quel Gesù che sembrava definitivamente estromesso dalla storia, con la risurrezione diviene cuore vivente e capo della storia umana.

Quanto è successo nella storia di Cristo, avviene ed avverrà anche nella storia del mondo. Quei segni che allo sguardo umano sono soltanto segnali di morte, annunziano - sia pure sommessamente e solo per chi ha orecchi - una prossimità misteriosa: il Signore è alla porta del mondo, e bussa. "Se uno ode la mia voce ed apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me" (Ap. 3,20).

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci apra alla speranza, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:

Illuminàti dall'Evangelo, chiediamo al Padre che venga il suo Regno di pace e giustizia:

 

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