PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Ha dato tutto quello che aveva

don Roberto Rossi  

XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (12/11/2006)

Vangelo: Mc 12,38-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 12,38-44

38Diceva loro nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. 40Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».

41Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. 42Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo. 43Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. 44Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».

La liturgia di oggi ci presenta due testimonianze meravigliose di fede e di
amore, che la Parola di Dio ci indica come esempio.

E' la storia di due vedove. E' importante la loro testimonianza perché

l'Altissimo, il Dio dell'universo, è il difensore degli orfani e delle
vedove...

La prima è la vedova di Zarepta alla quale non è rimasto più nulla, se non un pugno di farina e un po' di olio, per l'ultimo sostentamento per sé e per il figlio, prima di morire. Il profeta Elia le chiede di preparargli questo in dono di ospitalità e di confidare nel Signore. La donna offre tutto quello che ha e il Signore la benedice per sempre. E' stupendo quanto avviene: "La farina non venne meno e l'olio non diminuì". Di fronte alla donna di Zarepta alla quale si rivolge il profeta, Dio vuole un atto di fede. E' nella fame, ma è obbediente alla parola di Dio e guadagna molto di più.

L'altra è la vedova del vangelo, che nella sua povertà, dà tutto quello che

ha, "tutto quello che le è rimasto per vivere". Forse ha anche paura di

essere vista e giudicata perché mette pochi spiccioli in quel tesoro del

tempio dove altri, mettendosi in mostra, gettano monete grandi. La vedova del vangelo getta nel tesoro due centesimi: gli altri danno il superfluo, lei dà tutto. Ma Gesù la vede, la osserva, la presenta agli apostoli come il vero esempio di fede, di amore, di sacrificio e tesse l'elogio più bello proprio per lei, che vive lo spirito di Gesù, lo spirito del vangelo e delle beatitudini. "Beati i poveri, perché di essi è il regno dei cieli". Difatti della vedova del vangelo non sappiamo più nulla, mentre della vedova di Zarepta sappiamo come fu sostenuta dalla provvidenza di Dio nella sua vita terrena. Quella vedova passa, dà i suoi ultimi spiccioli e se ne va. Nessuno la richiama per restituirgli il centuplo; non c'è nessun miracolo; il suo gesto si consuma nell'oscurità della fede tra lei e il suo Dio. Ma quello che conta è che senz'altro quei due, Gesù e la vedova, si sono incontrati di nuovo nel regno del Padre e lì la vedova ha ricevuto il miracolo più grande, il premio della vita eterna: "Venite benedetti dal Padre mio - dice Gesù – ricevete il regno preparato per voi".

Il racconto di Gesù è toccante, invita a riflettere. La vedova che getta i

soldini nel tesoro del tempio è l'immagine di una schiera di vedove, di

poveri, di umili che non hanno ricchezze, non hanno istruzione, non hanno potere, non fanno carriera; ma sono persone generose, piene di amore per Dio e per il prossimo, capaci di soffrire in silenzio. Nella società non contano nulla, ma sono loro che sostengono il mondo. Sono i poveri di spirito di cui ha parlato Gesù e che ha dichiarato beati. Lo sguardo penetrante del Signore cambia il volto delle cose: la mentalità mondana ci porta a ritenere importanti le persone potenti, ricche, quelle che hanno successo, che fanno carriera, i politici o gli economisti. Noi studiamo la storia fatta da loro, ma molte volte è una storia di guerre e di male. La storia dei piccoli, dei poveri, degli umili non la notiamo: invece davanti a Dio è quella che conta ed è quella che costruisce il bene. Basta pensare a S. Francesco o a S. Teresina del Bambin Gesù e a tutti coloro che hanno dato tutto e che "ricchi della loro povertà" hanno dato un volto nuovo e luminoso alla storia del mondo.

C'è sempre davanti a noi il rischio. Noi diamo il superfluo oppure veramente quello che costa? Ho veramente condiviso, ho dato anche con il rischio di rimanere senza niente, in situazione di povertà?

Per noi c'è questo attaccamento ai beni, perché ci danno sicurezza, ma si può perdere ciò che è più importante: l'amore. Noi in genere guardiamo le apparenze, Dio guarda il cuore, le intenzioni, i comportamenti coerenti. Gesù dice: Quando fai l'elemosina non suonare la tromba davanti a te; quando preghi, chiuditi nel tua camera, e il Padre tuo che vede nel segreto, darà la sua ricompensa. E Gesù denuncia ogni forma di fariseismo di quanti ci tengono a farsi vedere per essere stimati dalla gente (e oggi, potremmo dire, dai mass-media) e invece sono operatori di male, di iniquità, di sfruttamento, di ingiustizia, "divorano le case delle vedove" (in un mondo come il nostro dove i ricchi diventano sempre più ricchi, schiacciando e costringendo alla fame e alla morte i poveri).

Davvero sempre il Signore sarà dalla parte dei poveri e degli oppressi e sarà il loro salvatore, già su questa terra e in pienezza nell'eternità, dove le cose, come dice la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro

saranno capovolte, dove splenderà per sempre la luce della bontà del cuore delle persone più umili e buone.

Siamo di fronte al comportamento di quelli che vogliono essere guardati, riconosciuti. Gesù dice: Non sappia la mano destra ciò che fa la sinistra. Non ci mettiamo nella logica della pubblicità, della sponsorizzazione. Il problema non è che sei ricco; il problema è se sei ricco solo per te. Di Gesù si dice: "Da ricco che era, si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà"

Oggi tante volte si può cadere anche nelle forme più banali del consumismo, con la vanità... Pensiamo alla ricerca delle cose firmate... e questo è un vero affronto ai poveri.

Noi davanti a Dio, siamo capaci di Dare tutto? Non tanto materialmente, ma nel cuore, nell'amore, nel sacrificio. Ci fidiamo di Dio o abbiamo paura del futuro? Crediamo alla Provvidenza di Dio che sempre prende cura dei suoi figli?

Ricordiamo la leggenda di Tagore, riportata nell'esperienza di Benedetta
Bianchi Porro.

IL MENDICANTE. Ero andato mendicando di uscio in uscio, lungo il sentiero del villaggio, quando apparve in lontananza un cocchio d'oro. Era il cocchio

del figlio del re. Pensai: E' l'occasione della mia vita. Sedetti spalancando la bisaccia e aspettando che l'elemosina mi venisse data, senza che neppure dovessi chiedere, anzi che le ricchezze piovessero in terra attorno a me. Ma quale non fu la mia sorpresa quando, giunto vicino, il cocchio si fermò, il figlio del re discese e, stendendo la mano destra, mi disse: Cos'hai da donarmi?. Quale gesto regale fu mai quello di stendere la mano a un mendicante! Confuso ed esitante, presi dalla bisaccia un chicco di riso, uno solo, il più piccolo, e glielo porsi. Ma che tristezza a sera, quando, frugando nella mia bisaccia, trovai un piccolo chicco d'oro, uno solo. Piansi amaramente di non aver avuto il coraggio di avergli donato tutto!

Tutto ciò che noi riusciamo a dare a Dio, Dio lo trasforma in "oro", già su questa terra e poi nella pienezza dell'eternità.

Noi davanti a Dio siamo soliti chiedere, invece è Dio che molte volte si

accosta e chiede a noi, non perché abbia bisogno, ma per trasformare in
"oro" quello che gli diamo.

 

Ricerca avanzata  (54000 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: