TESTO Commento su 1Re 8,27
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Dedicazione della Basilica Lateranense (09/11/2006)
Brano biblico: 1re 8,27

13Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. 15Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, 16e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». 17I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.
18Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». 19Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». 20Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». 21Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Dalla Parola del giorno
Ma è proprio vero che Dio abita sulla terra?
Come vivere questa Parola?
Un'esclamazione che dice tutto lo stupore, quasi l'incredulità dinanzi a una realtà tanto grande. A parlare è Salomone durante le funzioni di inaugurazione del grandioso tempio di Gerusalemme. "Colui che i cieli e la terra non possono contenere" abolisce ogni distanza, lasciandosi contattare in un tempio costruito dalle mani dell'uomo. Così per la fede del grande re. E cosa dovremmo dire noi dopo che Dio "ha piantato la sua tenda in mezzo a noi", incarnandosi nel seno purissimo della Vergine e prolungando la sua permanenza tra i figli degli uomini nel sublime sacramento dell'Eucaristia? Di più: ogni uomo è tempio vivo abitato dall'Altissimo. Sappiamo bene queste cose. Ce le hanno insegnate fin da bambini a catechismo. Eppure nei nostri occhi, sulle nostre labbra non appare lo stupore, la gioia che queste certezze dovrebbero produrre. Viviamo immersi nel divino, sfioriamo ogni giorno la presenza di Dio con un'indifferenza che dovrebbe lasciarci sgomenti. Abbiamo così ostruito la sorgente della gioia, proprio noi che dovremmo effonderla sul mondo. Se non abbiamo la forza propositiva di chi può affermare: "Io l'ho incontrato, l'ho visto, l'ho palpato: Egli vive dentro di me, dentro di te!", trasmetteremo delle idee su Dio, ma non comunicheremo Lui. E il mondo, oggi più che ieri, ha bisogno di "testimoni", di uomini e di donne che sperimentano ogni giorno il passaggio di Dio e quindi possono indicarlo a chi vaga smarrito in cerca di luce e di senso. È la nostra vocazione di cristiani a esigerlo.
Oggi, nella mia pausa contemplativa, sosterò in adorazione della silenziosa presenza di Dio in me. Scandirò lentamente e con umile riconoscenza: Dio ha preso dimora nel mio cuore.
Come ringraziarti, Dio che ogni giorno mi sorprendi con i tratti del tuo amore? Come non esplodere di gioia? Eppure molte volte ti lascio passare con indifferenza, senza neppure volgere lo sguardo al dono che mi porgi! Non permettere, Signore, che ciò abbia a ripetersi ancora. Che io ti ami, che io trabocchi d'amore, che io sappia presentire in ogni istante il tuo approssimarti!
La voce del Papa
La presenza amorevole di Dio, attraverso la sua parola, è lampada che dissipa le tenebre della paura e rischiara il cammino anche nei momenti più difficili....
Benedetto XVI