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TESTO “Beati…”

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Tutti i Santi (01/11/2006)

Vangelo: Mt 5,1-12a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,1-12

In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

La solennità di oggi ci propone la riflessione sul celebre brano delle Beatitudini. Questo brano apre il Discorso della Montagna (Mt 5,1-7,28), il primo dei cinque grandi discorsi che strutturano il Vangelo di Matteo, quasi a ricalcare il Pentateuco mosaico. Infatti, come Mosè aveva esposto la legge sulla montagna del Sinai sancendo il patto di alleanza con Israele (Es 19-34), anche Gesù sale "sulla montagna", si "siede", nel tipico atteggiamento dell'autorità che legifera ed "insegna", un verbo che rinvia alla Torah (= istruzione, ammaestramento). La differenza è che Mosè riceve la Legge da Dio, mentre Gesù stesso parla in quanto Torah di Dio, il Maestro per eccellenza. Gesù non si esprime in termini di precetti o di comandamenti, ma di beatitudini (letteralmente: congratulazioni), proponendo un vero e proprio autoritratto con il quale invita a condividere la sua intensa comunione con il Padre; il suo non è un mero codice morale, ma una proposta di felicità da condividere con chiunque sia ebrei che pagani.

Le Beatitudini sono state definite la magna carta del cristianesimo, il manifesto programmatico con cui Gesù inaugura il Regno del Padre, il decalogo del Regno, sino ad essere etichettato come la "sinfonia dei folli", di quanti impazziscono sapientemente per la bellezza del Messia. Bellezza evangelica, che costituisce l'autentico sale della terra e per un cristiano può riassumersi nella celebre espressione paolina "vivo non più io, ma vive in me Cristo" (Gal 2,20). Il segreto della santità coincide con questa cristificazione totale, che si offre come la carta d'identità di ogni credente. Proviamo nel segreto della nostra stanza e del nostro cuore a passare in rassegna le dieci beatitudini, soffermiamoci su quelle che più colpiscono la nostra sensibilità interiore e adeguiamo la nostra vita ad esse. Iniziamo oggi la nostra scalata al Cielo, cristifichiamoci totalmente, ci accorgeremo che una beatitudine chiama l'altra fino al raggiungimento della perfezione della nostra vita, che non è quella di fare miracoli ma vivere liberi e soprattutto felici.
Buona santità a tutti.

 

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