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TESTO Commento su Matteo 5,1-12a

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Tutti i Santi (01/11/2002)

Vangelo: Mt 5,1-12a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,1-12

In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

Dalla Parola del giorno

Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli.

Come vivere questa Parola?

È una festa molto bella! Siamo invitati a rallegrarci con tutti i fratelli e le sorelle che hanno realizzato quaggiù il disegno del Padre su di loro. Hanno camminato nello Spirito e secondo lo Spirito, cercando e trovando la gioia proprio in quei percorsi in cui il mondo mai la cercherebbe. Si tratta delle Beatitudini evangeliche che capovolgono radicalmente l'ottica di quanti vivono per arricchire e possedere, per godersela a tutti costi prevaricando sugli altri. Questo vangelo delle Beatitudini non è solo un proclama luminoso della vera antropologia cristiana; è anche un concreto (e oggi più che mai urgente!) invito alla comunione. A cominciare dalla prima beatitudine: "Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli", la sfida è quella di abbandonare ogni tipo di possesso egoico per fare spazio al Regno di Dio in cuore: un cuore che, proprio a questa condizione, diventa capace di amore vero, libero e liberante.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, entro nella grande festa delle sorelle e dei fratelli già immersi nella pienezza della felicità. Per loro intercessione chiedo di capire che assecondare l'istinto del possesso significa condannarsi all'infelicità, all'inquietudine continua. Già in questa vita la beatitudine e la gioia sta nel "non attaccamento", nella libertà da ogni brama di possedere solo per sé denaro, roba, persone, riconoscimenti, plauso.

Dammi, Signore, di capire che quanto la cupidigia mi soffoca, impedendomi di realizzare il tuo disegno su di me, altrettanto la povertà evangelica mi spinge sulle vie del "saper amare", che è segreto di libertà e di gioia.

La voce di un biblista

La povertà evangelica non consiste nel non avere niente, ma nel ricevere tutto, riconoscendo in ogni cosa un dono del Padre e un mezzo di UNIONE ai fratelli.
A. Vanhoie

 

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