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TESTO Commento su Luca 13,18-21

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della XXX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (26/10/2004)

Vangelo: Lc 13,18-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Gesù diceva: "A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? E' simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami".

Come vivere questa Parola?

In Palestina, ai tempi di Gesù, la piccolezza di un granello di senapa era proverbiale: in sé il più piccolo tra i semi, ma consegnato alla terra, cresce a tal punto da divenire con i suoi rami riparo sicuro per i volatili. E dire che quel seme, appena sparso, è così trascurabile che non vi badano neanche gli uccelli del cielo.

Gesù si serve di questo contrasto evidentissimo per dire lo sviluppo prodigioso del Regno ed esaltare la grandezza di Dio che si manifesta nella piccolezza, ossia nella semplicità, nell'ordinario, e che può, a primo acchito, sembrare addirittura insignificante. Al contempo, ci mette in guardia: l'avvento del Regno non si può misurare con i criteri di grandezza che la storia conosce. Anzi, c'è un capovolgimento di prospettiva: ciò che agli occhi degli uomini è grande e degno di considerazione perché ricco e potente, agli occhi di Dio è di poco conto. Non sono infatti i segni della potenza umana che annunciano la buona notizia del Regno, ma la potenza dei segni che maturano nel terreno della semplicità. Ed oggi più che mai la storia ce lo conferma: le superpotenze mostrano d'avere i piedi d'argilla e la loro fragilità è direttamente proporzionale all'imponenza delle loro strutture, stoltamente consacrate al Dio della forza e del denaro.

Il granello di senapa diventa allora per noi un criterio di verifica e un traguardo di conversione. Verifica su ciò che riteniamo abbia veramente senso in ordine alla Vita, e conversione a ciò che è semplice, umile, piccolo.

Oggi, nel mio rientro al cuore, chiederò al Signore la forza di dissociarmi apertamente dalla mentalità di un mondo che ha sposato la logica del prevalere e il culto dell'apparenza.

Ridimensiona, Signore, i nostri criteri di valutazione perché la nostra vita dica senza ambiguità che non la potenza né la rilevanza né tanto meno la forza affrettano l'instaurarsi del tuo Regno, ma il cercare Te con cuore semplice.

La voce di un poeta-filosofo dell' '800

È curioso vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto hanno le maniere semplici e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore.
Giacomo Leopardi

 

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