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TESTO L'essenziale? Amare

don Marco Pratesi  

XXXI Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (05/11/2006)

Vangelo: Mc 12,28-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 12,28-34

28Allora si avvicinò a lui uno degli scribi che li aveva uditi discutere e, visto come aveva ben risposto a loro, gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». 29Gesù rispose: «Il primo è: Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; 30amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza. 31Il secondo è questo: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c’è altro comandamento più grande di questi». 32Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; 33amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». 34Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

L'esperto in qualsiasi campo sa ben distinguere quanto vi è centrale. Per questo dobbiamo tenere sempre presente questa pagina evangelica, che ci ricorda come il cuore della legge di Dio, il nucleo da cui nasce tutto il resto, sia amare Dio e i fratelli.
Ma che cosa significa amare Dio?

Gustare ed apprezzare la sua bontà, desiderare che essa si manifesti, gioire quando si fa' chiara, in noi e negli altri. Agire con questo scopo, favorire quanto dà gloria a Dio, opporsi a quello che ne oscura la bontà.

Ciò comporta prima di tutto un impegno in noi: abbracciare quanto ci rende trasparenza di Dio e abbandonare quanto ci fa schermi opachi. Comporta poi un impegno intorno a noi, perché - per quanto sta in noi - dappertutto "sia santificato il Nome" di Dio: egli sia accolto, riconosciuto, amato, obbedito.
Che cosa ci chiede Dio nei confronti degli altri?

Il punto nodale dell'etica consiste nel riconoscere l'altro come uguale a sé: ama l'altro come te stesso. Tratta l'altro come tratti te stesso, non fargli quello che non vuoi sia fatto a te. Non fare di lui un semplice strumento dei tuoi progetti, dei tuoi guadagni, dei tuoi piaceri. Riconoscigli quanto riconosci a te stesso.

Gesù insiste che i due amori sono inseparabili. Gloria e gioia di Dio è quando gli uomini vivono non come rivali o estranei ma come fratelli. E gli uomini possono vivere la fraternità solo quando mettono al primo posto non se stessi e le proprie verità di comodo, ma Dio, la sua bontà e la sua verità.

Non ha senso contrapporre i due amori, e nemmeno attribuire precedenze: sono da tenere insieme, fanno un blocco unico.

Un'ultima parola. Il fatto che l'amore sia il primo comandamento non vuol dire che gli altri comandamenti siano insignificanti. La legge di Dio mantiene tutte le sue esigenze. L'amore ne è il principio ispiratore e il centro generatore, ma non rende banale tutto il resto, allo stesso modo che nel corpo umano il cuore non sostituisce e non rende superflui tutti gli altri organi. Al contrario, li rende vivi e permette loro di funzionare per la vita di tutto l'organismo vivente.

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci aiuti ad amare Dio e il prossimo, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:

Animati dallo Spirito di Gesù, lo Spirito dell'amore, chiediamo al Padre che sia santificato e benedetto il suo Nome tra gli uomini:

 

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