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TESTO Commento su Matteo 5,1-12a

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Tutti i Santi (01/11/2006)

Vangelo: Mt 5,1-12a Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,1-12

In quel tempo, 1vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. 2Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:

3«Beati i poveri in spirito,

perché di essi è il regno dei cieli.

4Beati quelli che sono nel pianto,

perché saranno consolati.

5Beati i miti,

perché avranno in eredità la terra.

6Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,

perché saranno saziati.

7Beati i misericordiosi,

perché troveranno misericordia.

8Beati i puri di cuore,

perché vedranno Dio.

9Beati gli operatori di pace,

perché saranno chiamati figli di Dio.

10Beati i perseguitati per la giustizia,

perché di essi è il regno dei cieli.

11Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

L'odierna festività è un invito a tutti quanti a rallegrarci nel Signore perché, per i meriti di Gesù Cristo e l'intercessione dei fratelli, nostro Padre ci concede l'abbondanza della sua misericordia.

La festa infinita (Ap 7,2–4, 9–14)

L'immagine del paradiso, che Giovanni ci presenta nell'Apocalisse, è l'immagine di una festa di popolo, in cui domina l'abbondanza, la gioia, l'amore, la pace. È la festa senza tempo, in cui la gioia non conoscerà che un presente senza fine. Ma chi sono i santi? Sono coloro che hanno bisogno di Dio per vivere, coloro che sono "deboli", che non sono superuomini.

Beati i puri di cuore perché vedranno Dio (Sal 23,1–2; 3–4ab; 5–6)

Il luogo dove abita la santità di Dio è in salita, per arrivarci bisogna che si intraprenda la scalata ed essere dei puri di cuore.

Tutto è già un fatto compiuto (1Gv 3,1–3)

Le parole del presente brano della lettera Giovannea sono l'espressione ammirata del fatto di essere figli di Dio, il cui amore genera in noi la salvezza, che la celebrazione odierna richiama con la visione della moltitudine dei Santi dell'Apocalisse. Ma se siamo figli dobbiamo anche vivere da figli per invitare gli altri a riconoscere nostro Padre come Padre anche loro.

La santità è un continente da scoprire (Mt 5,1-12a)

Questo passo del Vangelo di Matteo è il proclama in otto proposizioni, delle promesse di felicità, fatte da Gesù di Nazaret, che il cristiano deve sempre tenere presenti e meditare. È la tensione escatologica della promessa del Regno, della salvezza a cui tutti tendono. È la "benedizione" del pitocco che mendica da Dio tutto e in cui si annulla, che in lui e solo in lui confida, che è mite (non spegne la candela fumigante), è misericordioso, semplice, schietto, pacifico e pacificatore. Questi sono gli imitatori di Cristo, questi sono i santi, questa è la Pasqua a cui noi tutti siamo chiamati, perché Dio ci ama.

REVISIONE DI VITA
- Ci affidiamo all'amore di Dio come i pitocchi del Vangelo?

- Di quanta tenerezza disponiamo l'uno verso l'altra, verso i fidanzati?

- La misericordia e il perdono è una virtù che rientra e quanto nella ns. volontà?

Commento a cura di Marinella ed Efisio Murgia

 

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