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TESTO A chi fu dato molto, sara' domandato molto

Monaci Benedettini Silvestrini  

Mercoledì della XXIX settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (25/10/2006)

Vangelo: Lc 12,39-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

E' sorprendente che il Signore per destare l'attenzione nei suoi discepoli, paragoni la sua venuta a quella di un ladro di notte per sottolinearne quanto sarà inaspettata, di cui il giorno e l'ora nessuno conosce oltre al Padre. A proposito di questa necessaria vigilanza, l'evangelista Luca riporta una precisa domanda di Pietro: "Signore, questa parabola dei servi che aspettano il padrone che torni, è solo per noi o è per tutti?" Gesù ribadisce: "Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro". Il discorso è rivolto innanzitutto a colui che nella comunità è responsabile di non lasciar mancare il pane della vita: l'amore. Sappia prima essere servo e non padrone. La sua responsabilità è quella di "dare" ciò che a lui è stato già dato. "Ma se quel sevo - Gesù propone un'altra ipotesi - dicesse tra sé: il padrone tarda a venire, e perciò si lascia andare ad una vita disordinata", il padrone tornando, lo castigherà. Per chi è a capo di una comunità, l'attesa della venuta del Figlio dell'uomo si concretizza in un atteggiamento di fedele compimento della propria missione di servizio ai fratelli. Naturalmente a vario titolo tutti abbiamo ricevuto il grande mandato di servire. "Se io, il Signore, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato l'esempio, perché lo facciate anche voi". Il giudizio di Dio invece contro i servi infedeli sarà particolarmente duro. A loro il Signore ha affidato un compito di grande responsabilità, ed è stato disatteso. "A chiunque fu dato molto sarà domandato molto; e a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più". Questi giudizi così perentori a prima vista sembrano non dare adito ad altre spiegazioni, invece il testo sacro è aperto a maggior indulgenza. C'è distinzione fra il servo "che conoscendo la volontà del suo padrone" non la esegue e quello che "non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse". Ognuno è responsabile in proporzione alla conoscenza che ha della volontà di Dio. Il credente è il testimone di Gesù risorto, speranza del mondo, e a tale fedeltà deve rifarsi.

 

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