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TESTO Donaci, Signore, la Tua grazia: in Te speriamo (269)

don Remigio Menegatti  

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XXIX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (22/10/2006)

Vangelo: Mc 10,35-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 10,35-45

35Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». 36Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». 37Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». 38Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». 39Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (Is 53, 2.3.10-11) presenta alcuni tratti del servo di YHWH: inatteso, arrivato non per volontà umana, ma come dono di Dio, al pari di un virgulto spuntato in terra arida, si è messo a servizio di YHWH. La sua povertà lo fa apparire agli occhi di molti come peccatore, castigato da Dio e disprezzato dai "giusti"; in realtà lui posta il peso dei loro peccati. Grazie a questo amore gratuito il suo cammino di morte fa nascere la vita per tutti. È il capro espiatorio che libera il popolo dal peccato.

Il vangelo (Mc 10,35-45) mostra il contrasto evidente tra le richieste di Giacomo e Giovanni e la proposta di Gesù: loro chiedono i primi posti e l'onore di essere in evidenza nel suo regno; lui offre il servizio come stile di vita che lui stesso incarna, fattosi servo per amore e donando la vita in riscatto dei peccati dell'umanità. Gesù assicura tutti i Dodici – nel frattempo insorti contro Giacomo e Giovanni - che tutti condivideranno la sua sofferenza, per attendere con fiducia dal Padre la ricompensa per l'amore gratuito e senza calcoli umani.

Salmo 32
Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia,

della sua grazia è piena la terra.

Ecco, l'occhio del Signore veglia
su chi lo teme,
su chi spera nella sua grazia,
per liberarlo dalla morte

e nutrirlo in tempo di fame.

L'anima nostra attende il Signore,
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Signore, sia su di noi la tua grazia,

perché in te speriamo.

Il salmo nella prima strofa sembra descrivere alcune caratteristiche specifiche di Dio, che usa verso l'uomo una parola retta e dimostra fedeltà alla sua alleanza. Dona gratuitamente a tutti gli uomini, seguendo il diritto e la giustizia, ovvero la fedeltà alla Legge che lui stesso ha indicato all'uomo come strada verso la salvezza.

La seconda strofa ritorna sugli stessi atteggiamenti del Signore attento a proteggere e difendere chi lo teme e pone in lui la propria speranza. Si potrebbe sottolineare, anche qui come in casi analoghi, come il salmo possa riassumere la riflessione del Servo di YHWH. Lui fonda la sua fedeltà nel compiere un compiuto che apparirebbe spesso troppo pesante, se mancasse la forza che viene da Dio, la coscienza che ciò che si soffre non è un castigo per i propri peccati. Il servo in realtà porta a compimento la missione del capro espiatorio, ovvero l'agnello che viene caricato delle colpe della comunità e abbandonato nel deserto per purificare il popolo di Dio dalle sue mancanze e liberarlo dalle fragilità che lo impoveriscono.

Anticipando il vangelo, possiamo dire, che il salmo descrive lo stile che Gesù propone a chi vuole essere suo discepolo, e smentisce le attese dei Dodici che cercano l'affermazione personale rappresentata dai "primi posti".

Un commento per ragazzi

Lo sa bene chi pratica sport, come pure chi si è posto dei traguardi professionali o culturali importanti. Lo confermano anche quanti nella comunità umana hanno ruoli significativi: i grandi risultati non si improvvisano, sono il frutto di un lavoro lungo e faticoso, vissuto spesso nel silenzio e lontano dalle luci della ribalta. Inoltre, per alcuni di questi l'obiettivo non è il successo inteso come il riconoscimento del pubblico, quanto invece il raggiungimento di obiettivi grandi, anche se sconosciuti ai più.

C'è lo scienziato che cerca grandi risposte perché vuole essere famoso e ricco, mentre l'altro desidera solo una condizione migliore di vita per tanta gente. Tutti si impegnano, ma con stili diversi. Cercano il risultato, ma con animo differente.

Anche Andrea e Giovanni sono diventati famosi: in tante chiese troneggia la loro statua, tanti paesi portano il loro nome, le loro parole sono continuamente lette - soprattutto per quanto riguarda Giovanni - nella comunità. Sono diventati importanti perché hanno accettato di abbandonare lo stile che in un primo momento appariva vincente anche ai loro occhi. Erano troppo infatuati del modo di fare dei "capi delle nazioni" e cercavano una facile affermazione, vicini al Maestro che appariva sempre più riconosciuto e acclamato da tanti loro compaesani.

Gesù dimostra di avere ben altri obiettivi; lo aveva detto chiaramente a Satana nel deserto: il suo stile sarà il servizio, l'ascolto di Dio, la costruzione lenta e solida del Regno e non il dominio, il successo immediato, le fortune costruite in una notte. Lui sceglie lo stile di servo, fedele a Dio e alla missione da lui ricevuta, anche se faticosa e difficile.

Anche quando sembra di essere superati e si viene considerati ingenui, illusi, patetici. Anche quando appaiono scorciatoie molto più sicure e facili, strade perennemente in discesa, modalità che non chiedono costanza e dedizione e soprattutto che non ti legano a nessun altro, fosse pure l'Altissimo! Il suo stile è il servizio: sarà un grembiule l'unico "paramento sacro" indossato da Gesù; sarà un catino per lavare i piedi ai discepoli l'unico "vaso sacro" - e non certo d'oro o di argento massiccio con pietre preziose e cammei - che le sue mani hanno stretto nella Cena pasquale. Uno stile nuovo, che sorprende, meraviglia, - a cominciare dagli Apostoli - e costringe a riflettere; ma alla fine conquista e coinvolge tante persone a fare come lui. A cominciare, per la verità, proprio da Giacomo e Giovanni, e pure gli altri del gruppo dei Dodici.

Quindi...non ci resta che considerare normale anche per noi questo stile di vita. Anche per dei ragazzi, capaci pure di scoprire che già adesso possiamo servire, e il nostro impegno non è solo allenamento in vista di impegni seri nel futuro. Sono già "seri" gli impegni che possiamo assumerci anche noi, che pure siamo "giovani" e rischiamo di abituarci alle cose facile e scegliere solo ciò che appare comodo e facile, quasi che un SMS risolva tutto e un clic sul mouse possa migliorare quanto appare difficile. Non ci sono "schermi" impegnativi da aggirare con abili mosse per giungere ad un punteggio esagerato senza faticare.

La vita non è un gioco in cui possiamo decidere da soli tutte le regole, oppure scegliere solo le parti che ci interessano e appassionano, rinunciando ben volentieri a quanto appare complicato. Gesù ci insegna uno stile di servizio, valido anche alla nostra giovane età. E funziona! Ne siamo certi!

Un suggerimento per la preghiera

Signore, noi pure vorremmo poter dire che "l'anima nostra attende il Signore"; ci piacerebbe poter affermare che tu sei "nostro aiuto e nostro scudo". Desideriamo invocare "su di noi la tua grazia" e poterci rivolgere a te, "perché in te speriamo". Ci piacerebbe...e piace pure a te. Per questo tu semini le nostre piccole disponibilità perché possiamo raccogliere frutti abbondanti, se ci lasciamo coltivare da te.

Libri di don Remigio Menegatti

 

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