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TESTO Commento su Luca 10,38-42

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Martedì della XXVII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (10/10/2000)

Vangelo: Lc 10,38-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta.

Come vivere questa Parola?

Questo episodio del Vangelo è tanto noto da esser divenuto quasi proverbiale. Eppure occorre esercitare nei suoi confronti un ascolto nuovo! La figura di Maria infatti è stata tradizionalmente interpretata come legittimazione della scelta, apparentemente folle, della clausura. Non sarà tempo di far divenire questa Maria icona piuttosto di ogni credente? Icona quindi di ciascuno di noi?

Lasciamoci provocare dunque da queste due donne. Innanzi tutto Marta. Ella si preoccupa e si agita per molte cose: è vittima di quella cattiva inquietudine alla quale oggi diamo nome di attivismo, o di ansia. In che misura ne siamo vittime anche noi? Marta è inquieta perché non comprende qual è l'unica cosa di cui c'è veramente bisogno. E' il gigantesco inganno prodotto dalla nostra società: considerare necessario quel che è accessorio; è la tragica legge del consumismo, a tutti i livelli: materiale (considerare indispensabile quel certo bene, e per esso spendere tanto tempo ed energie), professionale (ritenere ovvio star fuori tutto il giorno per lavoro), ecc. L'inganno è tanto più tragico n quanto tutto ciò per cui ci agitiamo, ci sarà tolto. Quella casa, quei beni, la carriera, ecc. Tutto è vanità,... tranne la sua Parola. Solo la sua Parola resta (Mt 24,35).

Ecco allora Maria. Ella sta seduta: come chi ha trovato pace, casa. Sta ai piedi di Gesù: è il posto del peccatore che si pente ed è perdonato, il posto di ciascuno di noi. Ed ascolta la sua Parola: per diventare come Lui, il Maestro. Diventiamo infatti la Parola che ascoltiamo!

Oggi chiederò al Signore di semplificare la mia vita: di potermi concentrare cioè solo in ciò che è essenziale, in ciò che vale e dà vita, liberandomi gradualmente dalla schiavitù di tanto fare, solo apparentemente necessario. Potrò verbalizzare ripetendo insieme a Pietro:

"Signore, da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna" (Gv 6,68).

La voce di un filosofo

La vita spirituale risulta dalla reciprocità tra l'uomo esteriore e quello interiore, ma nel primato dell'interiorità.
Miguel de Unamuno

 

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