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TESTO Commento su Marco 10,2-16

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (08/10/2000)

Vangelo: Mc 10,2-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 10,2-16

2Alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, gli domandavano se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. 3Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». 4Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». 5Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. 6Ma dall’inizio della creazione li fece maschio e femmina; 7per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie 8e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. 9Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». 10A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. 11E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; 12e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio».

13Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. 14Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. 15In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». 16E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Dalla Parola del giorno

All'inizio della creazione Dio li creò maschio e femmina; per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola.

Come vivere questa Parola?

C'è un desiderio, che nessuno può sradicare, in fondo al cuore di ogni uomo: il desiderio di compagnia, di comunione, di unità. E' un desiderio che ricopre tutti i tempi, percorre ogni latitudine e longitudine, perché è stato infuso nei cuori "all'inizio della creazione": è perciò la nostra origine, e la nostra vera destinazione.

"I due saranno una carne sola": come è possibile? Gesù dà un'indicazione: "L'uomo lascerà suo padre e sua madre". Quel verbo, "lascerà", ricorda la chiamata di Abramo: "Abramo, Abramo! Lascia il tuo paese, la tua patria e la casa di tuo padre, e va' verso il paese che io ti indicherò" (cfr. Gn 12,1). Per trovare se stessi, il proprio nome, occorre lasciare tutto ciò che è nostro, le nostre radici: occorre lasciare se stessi. La promessa ricevuta da Abramo si ripete nel mistero di ogni matrimonio. Perché sposare quella donna, quell'uomo? Perché in lei, in lui, intravedo la mia casa, la mia terra, la mia discendenza, il mio stesso nome, la mia identità. Lui, lei, è la mia terra promessa!

Come arrivarci? Correndogli incontro, uscendo da sé, perdendosi, offendo se stessi. "Prendete, questo è il mio corpo" (Mc 14,22): il modo in cui si realizza il matrimonio tra Cristo e la Chiesa è il medesimo, l'unico in cui può realizzarsi ogni matrimonio tra un uomo e una donna.

Oggi amplificherò durante la giornata l'Eucarestia alla quale avrò partecipato; rivolto al mio partner (o, se un partner non ho, a Cristo stesso), ripeterò le parole del mistero pasquale:

"Prendi e mangia, questo è il mio corpo! Prendi e bevi, questo è il mio sangue, il sangue dell'alleanza nuziale!"

La voce di un vescovo e dottore della Chiesa

Il Signore vi conceda di osservare tutte queste cose con amore, innamorati della bellezza spirituale e fragranti del buon profumo di Cristo per la familiarità con Lui. Non come schiavi sotto la legge ma come uomini liberi sotto l'influsso della grazia.
S. Agostino

 

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