PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Commento su Fil 2,8

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Esaltazione della Santa Croce (14/09/2004)

Brano biblico: Fil 2,8 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 3,13-17

13Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. 14E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, 15perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

16Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 17Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Dalla Parola del giorno

Cristo Gesù umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.

Come vivere questa Parola?

La morte è una frontiera obbligata per tutti. Ma ognuno la valica a suo modo: rassegnandosi, disperandosi, oppure assumendola fino in fondo, in obbedienza. Come ha fatto Gesù. Attenzione, però: l'obbedienza, nella mentalità biblica, non è una sottomissione passiva, ma accettazione piena e responsabile, che non esclude, certo, la lacerazione del cuore, ma la rimargina nella fede.

Gesù ha voluto essere obbediente fino alla morte. Non solo: fino alla morte di croce, toccando il fondo dell'abbassamento.

Oggi, per noi, è difficile capire il senso della croce, la sua dimensione umiliante. Sì, perché in duemila anni di storia si è tramutata in un simbolo onorato, glorioso, estetico talvolta. Ma la croce, ai tempi di Gesu, di estetico aveva ben poco. Era strumento di supplizio e simbolo di vergogna. Diffamante al punto che i cittadini romani condannati a morte venivano decapitati e non crocifissi. Solo agli schiavi e ai maledetti era riservato questo patibolo, come dice la Scrittura: "Maledetto chi pende dal legno".

Esaltare la Croce, come facciamo oggi in questa festa liturgica, significa dunque riconoscere che Dio ha tanto amato il mondo da voler toccare il fondo dell'angoscia e della morte, solidarizzando con noi, per attirarci a sé nell'eternità della vita, che comincia già ora, nel tempo della salvezza accolta sotto la croce. La sua e la nostra. Quella che ogni giorno prendiamo, in obbedienza al Padre, accettandola non con muta rassegnazione ma con fiduciosa speranza. Per fede.

Oggi, nel mio rientro al cuore, come Maria, starò in piedi sotto la croce, ritto nella dignità del dono ricevuto: la salvezza, che raccoglie le lacrime del mio toccare il fondo nel quotidiano desiderio di essere elevato con Lui dalla terra del mio peccato, per risorgere alla vita.

Innalzato con Te sulla croce, rifiorisca alla Vita, o Signore. Oggi e sempre.

La voce di una donna spirituale del nostro tempo

Ci vuole la morte completa del proprio io. Ma non nel senso di stare lì ad ammazzarci – non è questo che serve – ma piuttosto nel senso di amare gli altri, pronti anche a morire per gli altri.
Chiara Lubich

 

Ricerca avanzata  (54029 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: