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TESTO Commento su Luca 6,27-38

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Giovedì della XXIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (09/09/2004)

Vangelo: Lc 6,27-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Gesù disse ai suoi discepoli: "A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici».

Come vivere questa Parola?

"Amate i vostri nemici" - dice Gesù volgendosi a chi ha deciso di entrare per la porta stretta del Vangelo, maturando atteggiamenti nuovi nell'ascolto della sua Parola. "Amate...chi vi maltratta, chi vi odia, chi vi maledice": ecco fin dove ci spinge la benevolenza di Dio per l'uomo. Per ogni uomo, malvagio o ingrato che sia.

La lingua greca possedeva tre parole per dire l'amore: eros, per indicare l'attrattiva tra un uomo e una donna; filìa, per mettere a fuoco una corrispondenza gratificante dettata dalla reciproca simpatia; agàpe, a dire il vero poco usata, per designare un amore disinteressato, sganciato dalle qualità dell'altro, che viene accolto così com'è, senza pretese né attese. E con grande rispetto, direi quasi con riverenza, gli si dà ospitalità in cuore perché abbia in sé la vita, nella dignità che gli è propria. Al di là dei suoi meriti.

A questo amore gratuito, senza riserve né condizioni, si riferisce Gesù, esplicitando gesti concreti, a primo acchito inauditi, se pensiamo che ci sfida a porgere l'altra guancia a chi ci schiaffeggia, e a chi ci strappa di dosso il mantello, a consegnare persino la tunica. In una logica serrata: se ami solo chi ti è amico, che differenza c'è tra te, che ti dici figlio dell'Altissimo, e un peccatore, che vive solo per se stesso?

Ma chiediamoci: un amore così inteso, è davvero possibile? Assolutamente sì, a condizione che di questo amore facciamo esperienza noi stessi, ogni giorno, lasciandoci avvolgere con fiducia dall'infinita tenerezza di Dio che fa sorgere il sole e fa cadere la pioggia anche sulle nostre sacche di resistenza, lì dove registriamo la defezione del peccato.

Oggi, nel mio rientro al cuore, contemplerò l'amore longanime, benevolo e paziente di Dio, che tutto sopporta, tutto crede, tutto spera. E cercherò di abbeverarmi a questa fonte inesauribile di Vita perché ne diventi umile rigagnolo che giunge anche al cuore di chi non lo sa. O di chi disgraziatamente se ne è allontanato.

Versa nel mio grembo, o Signore, una buona misura, piagiata, scossa e traboccante, del tuo amore misericordioso e paziente, perché sappia tendere la mano all'altro anche quando si spezza il vincolo dell'amicizia o si erige il muro dell'indifferenza. Il Tuo amore in me vinca il non-amore di chi mi percuote; e più ancora, prevalga sul mio stesso egoismo che m' induce a fuggire da Te.

La voce di un teologo contemporaneo

Dio si rivela con tale bontà e misericordia, da volgersi senza condizioni verso l'uomo, santo o peccatore che sia: senza condizioni! E se quest'uomo si sente davvero avvolto, sommerso da quella misericordia, ebbene, anch'egli può essere straordinariamente misericordioso, fino ad amare il suo nemico.
Helmut Merklein

 

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