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TESTO Commento su Qo 3,1-2

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Venerdì della XXIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (27/09/2002)

Brano biblico: Qo 3,1-2 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo [...]. C'è un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare.

Come vivere questa Parola?

L'autore coglie quello che, in modo ritmato, succede nel mondo. Come il "nascere e il morire", "il piantare e lo sradicare", "il piangere e il ridere", "il tacere e il parlare" e altro ancora. È un procedere per opposti che, secondo l'autore, evidenzia il succedersi di cose dentro un circolo che pare chiuso. E allora "che vantaggio ha – dice Qoelet – chi si dà da fare con fatica?" Ma nella Bibbia anche l'argomentare di Qoelet non precipita nella morta gora di un ripetersi e di un opporsi di cose e azioni senza senso. Proprio nel vangelo odierno Gesù, dopo che Pietro, lo ha riconosciuto e proclamato "il Cristo di Dio", cioè il Messia promesso, svela ai suoi il suo mistero pasquale. Anche qui un tempo e un tempo, dentro un'opposizione. Un tempo per soffrire (la passione e la morte) e un tempo per gioire (risurrezione), "un tempo per gemere e un tempo per danzare", se vogliamo ancora usare le parole di Qoelet. E dunque il mistero pasquale, col suo ritmo di morte e risurrezione, illumina tutti i tempi della mia vita: quelli di gioia e quelli di dolore e mi apre al fulgore dell'ultima GIOIA: quella che coronerà il tempo con un'eternità felice.

Così oggi, nel mio rientro al cuore, provo a interrogarmi se sono o no sensibile al succedersi di eventi a volte tra loro opposti, nella mia vita. Forse mi lascio vivere? Oppure vivo consapevolmente il mio ritmo esistenziale che ora è gioia e ora è dolore? E vivo questo alternarsi da solo o con Cristo? Capisco l'enorme valore di vivere le mie pene nella forza della sua passione e morte e le mie gioie nella potenza della sua risurrezione? Soprattutto sono consapevole gioiosamente che, in speranza, io posso già vivere da "conrisorto con Cristo"?

La voce di una mistica del XIII secolo

Nella sofferenza e nella miseria, nel riposo, nell'ira e nella riconciliazione, nella gioia e nel dolore, in tutte queste cose la ragione è esposta all'errore, se non assegna ad esse il tempo giusto. Si sbaglia molto anche nel dare e nel darsi, quando uno vuole farlo prima del tempo o si dedica interamente a tante cose estranee, alle quali non si è destinati attraverso l'amore.
Hadewijch

 

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