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TESTO Effatà ...

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XXIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (10/09/2006)

Vangelo: Mc 7,31-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 7,31-37

31Di nuovo, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidone, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano. 33Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». 35E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano 37e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!».

INTRODUZIONE - RIFLESSIONE
1.a Lettura

Il brano che oggi ci viene proposto è tratto da quella che è chiamata "la piccola apocalisse" di Isaia. Il profeta, in questa pagina, contempla il ritorno degli Ebrei dall'esilio di Babilonia. Tale rientro si trasforma in un secondo esodo, una processione collettiva che si trasforma in una forma di pellegrinaggio verso il tempio... luogo privilegiato della presenza di Dio.

Oltre alla lettura storica, il profeta ci instrada verso un traguardo spirituale: la vita dell'uomo, in tutte le circostanze, è segnata dalla presenza di Dio che le da felicità e serenità... l'uomo attraverso le vie del mondo è accompagnato dal Signore che lo regge per mano. Quando la stanchezza, lo sconforto, il dolore, la disperazione, la violenza e le varie ferite sono parte integrante della quotidianità dell'esistenza: Dio resta l'unico appiglio della nostra vita... è il fedele per eccellenza. Spunta una nuova aurora: dalla situazione di avvilimento, indigenza e di estremo bisogno... verso orizzonti di speranza, libertà e gioia. L'essere umano può stare in piedi e lodare Iddio.

2.a Lettura

La bellissima lettera di Giacomo ci offre un invito a guardare con più attenzione ai poveri ed agli emarginati... ciò non deve essere una preoccupazione di un momento o di un periodo, ma deve essere atteggiamento costante e segno di fedeltà alla propria missione battesimale. I poveri sono un impegno... una missione: davanti a Dio siamo tutti uguali. Questa uguaglianza va professata come dato di fede e va resa evidente nella quotidianità.

"Presso Dio non c'è parzialità" (Rm 2,11). A onor del vero i poveri, come emerge da tutta la Parola di Dio, hanno un posto privilegiato e godono di una particolare premura da parte del Signore. Basta guadare a tutta la storia della salvezza che inizia sotto il segno della povertà... del bisogno.

Per cui il vero ed autentico credente deve far prevalere la logica della fede, che ribalta la logica del mondo... che vede delle gradualità e delle disparità. Alla luce della Parola di Dio dovremmo fare un'analisi attenta di ciò che succede nelle nostre comunità: i poveri, molte volte e in alcune occasioni, sono un ricordo annuale, la nostra attenzione si concentra sui bisognosi seguendo le scadenze liturgiche... come se la povertà fosse il disagio di un periodo.

Una povertà "pro tempore"... abbiamo sempre da fare o troviamo sempre delle attenuanti.

Seguendo la Parola di Dio dobbiamo capire che la povertà va cercata e che difficilmente un vero povero si presenta alla porta del nostro ufficio parrocchiale.

Vangelo

Un miracolo come tanti altri, anzi... più semplice degli altri. Apparentemente una routine... niente di strano. Però seguendo la logica di Dio, Gesù diventa la realizzazione di tutte le promesse e il modello fondante della vita comunitaria.

La geografia dice che i privilegiati sono proprio coloro che la "società dei credenti" esclude "a priori". Gesù si rivolge soprattutto agli esclusi... ed è proprio in questo suo peregrinare che ha la possibilità di restituire la pienezza della vita ad una persona affetta dal male. L'emarginazione molte volte deriva dal fatto che un uomo non è "funzionale" ai bisogni della società...l'efficienza umana fa da spartiacque o da criterio di giudizio.

Effatà... l'intervento di Gesù è sempre un'apertura alla vita e al mondo... in Gesù Cristo il peccato è vinto e l'uomo riscopre la bellezza della fratellanza e della concordia.

Gesù Cristo ci rende davvero cittadini del mondo... siamo tutti apolidi perché tutti fratelli.

Le barriere che l'uomo ha posto vengono brillantemente superate dalla fede.

Ha Fatto... l'uomo diventa testimone chiave di questo intervento di Dio nella storia.

La proclamazione dell'uguaglianza diventa missione.

Buona Domenica!!!

 

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