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TESTO I missionari della buona novella

Monaci Benedettini Silvestrini  

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (16/07/2006)

Vangelo: Mc 6,7-13 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,7-13

7Chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. 8E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; 9ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. 10E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. 11Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». 12Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, 13scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

Domenica scorsa abbiamo incontrato Gesù che, dopo il pellegrinaggio sulla terra di Israele tornava alla sua città nativa, a Nazzaret. Tutti si meravigliavano: come un carpentiere può fare queste cose... Non credevano che Gesù non era solo un carpentiere. Cristo era un Profeta, un annunciatore della volontà di Dio, il Messia, Dio stesso. Anche oggi la parola di Dio ci parla dei profeti, dei missionari. Gesù nel Vangelo invia i suoi, i Dodici, coloro che sono stati con lui, sono stati nella sua scuola. Qualcuno potrebbe chiedersi: ma come mai li manda a due a due...? Non potevano andare da soli?? Avrebbero potuto raggiungere più paesi...Forse la ragione di questo la dobbiamo cercare nella cultura del tempo e del popolo ebreo. A che cosa Gesù li manda? Li manda a dare la loro testimonianza. E nella cultura giudaica la testimonianza era valida, era credibile, attendibile solo se erano presenti due testimoni. Ecco allora i due testimoni, due apostoli. E qual è il messaggio che devono portare? Loro avevano sentito parlare Gesù, lo avevano sentito parlare del Padre, del regno dei celi, avevano sentito le beatitudini. Avevano visto la gioia dei malati guariti. Ecco ora devono comunicare questa gioia, questa gioiosa esperienza. Sono mandati non tanto per predicare la teologia, la dottrina quanto annunziare una persona, la persona che è Gesù. Non tanto a dire: Venite con noi, vedrete grandi miracoli, troverete il Messia che vi siete costruiti, il Messia che aspettate, il Messia che risolverà tutti i vostri problemi. Il loro messaggio è molto più semplice: guardate, noi abbiamo incontrato un uomo, Gesù. Gesù ci ha detto e fatto cose meravigliose, e di questo noi siamo testimoni. Ci ha ridato la gioia di credere in Dio, nostro padre, che ci fa una promessa, che se saremo con lui, lui non ci lascerà mai e vivremo in eterno. Che cosa impariamo da questo vangelo di oggi. Credo che la cosa più importante è capire che tutti siamo missionari. Tutti noi il Signore manda, ci manda ad annunziare la gioia di essere cristiani, di essere uomini della speranza, uomini redenti da lui. Non tutto nella vita andrà sempre bene. Anche noi troveremo sul nostro cammino delle persone davanti alle quali scuoteremo, con amore, la polvere dai nostri piedi. Ma proprio in quei momenti difficili, in quei momenti salvifici potremo unirci più profondamente a lui. Facciamoci un proposito, un piccolo proposito per questa settimana. Proveremo ad essere i missionari nelle nostre piccole cose d'ogni giorno.

 

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