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TESTO Commento su Marco 6,1-6

padre Paul Devreux

XIV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (09/07/2006)

Vangelo: Mc 6,1-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 6,1-6

1Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. 2Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. 4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità.

Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Gesù va a predicare tra la sua gente, nel suo paese, in famiglia, e si presenta come profeta. E' normale. Quando si ha una buona notizia da annunciare, viene spontaneo cominciare dalle persone più care, anche perché si potrebbero offendere se scoprono che lo vado a raccontare prima agli estranei. Per esempio sarebbe brutto scoprire che tutti sanno che mio figlio ha deciso di sposarsi tranne io. Ecco perché è normale che Gesù faccia una delle sue prime predicazioni proprio a Nazaret.

Io ce l'ho una buona notizia da raccontare ai miei amici? Ce l'ho una ciambella di salvataggio da lanciare loro quando sono in difficoltà?

Quello che ha fatto Gesù in quel giorno, anche se lì per lì sarà sembrato tempo perso, è stato importante. E' normale che chi l'ha conosciuto come paesano e carpentiere faccia fatica ad accettarlo come profeta. Si mettono in moto tanti meccanismi psicologici che conosciamo tutti e che causano l'incredulità, ma non è questo l'importante. L'importante è che Gesù ha parlato della sua buona notizia anche lì, perché così facendo invita anche noi a farlo dove viviamo.

Essere creduti è una cosa difficile per chiunque, ma il Signore non ci chiede questo, perché sarebbe come metterci addosso un pesante fardello. Quando qualcuno mi dice: "Io non credo nei preti", gli rispondo: "Tu fai bene, perché caso mai è in Dio che conviene credere". Gesù mi chiede solo d'essere testimone, di raccontare ciò che ho visto e capito dell'esistenza e dell'amore di Dio, perché questo è un grande aiuto per chiunque ha la fortuna di scoprirlo. Testimone in parole e opere.

In questi giorni un amico mi raccontava che si ricorda che sua madre era credente e che quando era giù di morale andava un'ora in chiesa a pregare da sola e dopo stava meglio. Così facendo, senza neanche accorgersene, questa donna ha predicato e seminato la fede nei suoi familiari. Oggi questo ricordo aiuta questo mio amico più di qualsiasi predicazione o nozione teologica.

Signore, grazie per tutto ciò che mi doni di conoscere di te. Fa' che possa condividerlo con chi ne ha bisogno come me.

 

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