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TESTO Commento su Matteo 8,23-27

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della XIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (04/07/2006)

Vangelo: Mt 8,23-27 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

«Salvaci, Signore, siamo perduti!». Ed Egli disse loro: «Perché avete paura, uomini di poca fede?»

Come vivere questa Parola?

C'è una terribile tempesta nel lago di Tiberiade, così ampio e profondo da sembrare un mare. Gesù dorme sulla barca. E i discepoli si vedono già dentro la catastrofe: sommersi dalle acque tanto infide. Come reagire? Gridando a Lui con quella paura folle da cui si sono lasciati afferrare: una paura sintomo d'una mancanza di fede vera. Anche per noi è oggi l'interrogativo del Signore che, dentro questo episodio evangelico rapportato alla nostra vita, vuol farci maturare nella fede. Ma, sostanzialmente, che cos'è la fede? Non confonderla, ti prego, con la rassegnazione. Non pensarla come una passività che tutto demanda a Dio, o meglio a un "dio" dittatore o bonaccione. Se ho fede, vivo insieme a Gesù le mie giornate; e quando arriva (come a tutti su que-ta terra) l'ora del dolore, della contraddizione, di una disgrazia, grido al Signore il mio stato d'animo, il mio sconcerto, la mia paura con grande fiducia. Credere non significa azzerare la propria sensibilità, ma incanalarla dentro una certezza. Questa certezza: se Gesù ha vinto la morte con la sua resurrezione, certo vincerà (sta già vincendo) ciò che di apparentemente disastroso sta avvenendo nella mia vita o in quella di persone care. Perché dico "apparentemente"? Perché anche dentro la vicenda più dolorosa, il "gioco" di Dio non è mai di volere il male, la sofferenza, la morte. È piuttosto l'opposto: quello di cavare il bene anche dal male. "Sgridò i venti e il mare e si fece gran bonaccia". Succederà così. Sempre. Però nei tempi di Dio che non sempre sono i nostri tempi così legati a quel che si vede e si sperimenta nel breve raggio del "momento" in cui le cose accadono.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, visualizzo la scena della tempesta sedata da Gesù e mi vedo sulla bar-ca. Respiro la "grande bonaccia" e chiedo di essere rafforzata nella mia interiorità perché il mio vivere prevede anche la lotta contro ogni forma di male (fosse pure un mal di testa!) ma con pace, perché muove dalla certezza che è Gesù a volere il bene, la gioia, la pace.

Signore, non permettere mai che io mi "rassegni" ai casi della vita. Dammi una fede operante nell'amore, a causa del tuo essere con me, nella barca della mia vita consegnata a te, fiduciosa in te.

La voce di una donna che ha ben conosciuto la sofferenza

Per tutti c'è dolore, speranza e lacrime, ma una superiore certezza vale a illuminarci e renderci sereni nella strada che ci conduce al Signore.
Benedetta Bianchi Porro

 

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