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TESTO Commento Marco 5,21-43 (forma breve: Marco 5,21-24.35-43)

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XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (02/07/2006)

Vangelo: Mc 5,21-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mc 5,21-43

21Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. 22E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi 23e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». 24Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.

25Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni 26e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, 27udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. 28Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». 29E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.

30E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». 31I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». 32Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».

35Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». 37E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. 39Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. 41Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». 42E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Il nostro è un secolo ostile alla vita in quanto giudicata priva di ogni valore, aborto, eutanasia sono gli eventi più eclatanti, perché si è cercato di pensare la vita escludendo Dio. Ma se noi escludiamo dalla vita Dio ci resta solamente la morte e la sofferenza della malattia.

Una speranza incrollabile (Sap 1,13–15; 2,23–24)

L'uomo è il solo responsabile della situazione angosciosa in cui versa a causa dei sui continui atti di ribellione a Dio, che hanno permesso l'ingresso della morte e della sofferenza nel mondo. Dio, come afferma nel libro della "Sapienza", vuole solo che l'uomo viva ed è per questo che il suo Figlio ha dato la vita.

Ti esalto, Signore, perché mi hai liberato (Sal 29,2.4; 5–6; 11–12a. 13b.)

Il Signore viene in soccorso dei suoi fedeli e li salva tutte le volte che, con cuore sincero, lo invocano. La salvezza che ci viene dal perdono dei peccati non è un a situazione provvisoria ma stabile ( la sua collera dura un istante, la sua bontà per tutta la vita.).

Il denaro e la fede (2 Cor 8,7. 9.13–15)

Paolo ci dice che l'aiuto economico ai fratelli bisognosi è una professione di fede. Pertanto, se utilizzato in maniera opportuna, anche il denaro ci aiuta a far comunione con i fratelli.

Cristo guarisce sia il corpo che lo spirito (Mc 5,21–43)

Il Vangelo odierno ci presenta Cristo dinanzi al dolore, dinanzi alla morte, ma anche il suo atteggiamento di lotta per liberarci da entrambi.

Una donna che da dodici anni, per via delle sue perdite ematiche, è impura di fronte alla Legge; una ragazza di dodici anni impedita da una malattia mortale a diventar donna.

In entrambi le situazioni, considerati i tempi, non c'era motivo di occuparsi di loro. Ma Gesù è di parere contrario, si occupa di loro perché sofferenti, senza andare a chiedere di chi è la colpa, ma scorgendo nei loro cuori la fede umile di chi invoca. I miracoli che ci vengono narrati da Marco, la guarigione dell'emorroissa e la resurrezione della figlia di Giairo, stanno lì ad indicarci che i miracoli sono il frutto della fede e argomento per credere in Dio.

REVISIONE DI VITA

- Crediamo veramente che il dolore e la morte sono già stati vinti da Cristo che ha sconfitto la morte risorgendo dagli inferi?
- Per noi, come singoli e come coppia, che cosa è la fede?

- La nostra fede è umile e nascosta come quella dell'emorroissa che muove dal cuore oppure è troppo intellettuale?

Commento a cura di Marinella ed Efisio Murgia

 

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