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TESTO Commento su Matteo 10,34-11,1

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Lunedì della XV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (15/07/2002)

Vangelo: Mt 10,34-11,1 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa.

Come vivere questa Parola?

Tagliente come spada è questa parola di Gesù: Assomiglia a un bisturi: taglia legami sbagliati, asporta escrescenze di pseudo-affetti che sono solo egoismo. Gesù è venuto a portare la pace. Lo ha detto Lui! "Vi dono la pace; vi do la mia pace; ve la do non come la dà il mondo". E San Paolo poi dirà che "Gesù è la nostra pace". Qui, dunque, se parla di guerra di separazione di spada, dobbiamo coglierne il senso in collegamento appunto con la sua pace che non è quella delle facili alleanze d'interessi chiusi in se stessi, esplose dall'egoismo e finalizzate all'egoismo. La vera pace del cuore, che rende la vita serena e spalancata a ogni limpida realtà d'amore, nasce dalla costante ricerca della volontà di Dio, del suo progetto. E il progetto di Dio è il bene e la salvezza di tutti, non solo di me o dei miei familiari o della mia comunità, o della mia stretta cerchia di amici. Quando gli affetti (siano pure verso i figli o i genitori) sono in contrasto con un chiaro disegno di Dio e con la sua legge di amore, bisogna usare la spada. Non contro le persone, ma contro i nostri sbagliati attaccamenti.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, chiedo di visualizzare in cuore la Parola proprio come spada. E invoco da Gesù la forza di brandirla con energia perché riesca a recidere a fondo qualche mio attaccamento. Come sono i miei rapporti coi miei cari, con qualche amico/a, con qualche confratello o consorella? Prevalgono in me le esigenze del Regno di Dio che illimpidiscono sempre e rendono liberi veri e profondi i miei affetti, oppure altre esigenze?

La voce di un eremita del terzo secolo

Il dominio di sé, la mitezza, la castità, la solidità di carattere, la pazienza insieme alla altre virtù sono le armi date da Dio per resistere alle prove ed aiutarci nel combattimento spirituale. Addestrandoci in esse e mantenendoci pronti alla pugna, nessun contrasto, per quanto aspro grave devastatore e intollerabile, ci apparirà invincibile. Ogni vicissitudine è per condurci al bene.
S. Antonio Abate

 

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