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TESTO Commento su Is 6,5

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Sabato della XIV settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (10/07/2004)

Brano biblico: Is 6,5 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito.

Come vivere questa Parola?

Isaia, il grande profeta, è fatto oggetto di una particolare rivelazione di Dio. Egli dice: "Vidi il Signore seduto sopra un trono alto ed elevato". Gli stessi serafini alla sua presenza si coprivano il volto mentre proclamavano: "Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti". Il tempio tremava e si riempiva di fumo. Un linguaggio simbolico per dire la trascendenza di Dio, la sua alterità che lo situa a una distanza infinita da noi. Sì, il Dio grande nella misericordia è pur sempre Dio, Colui che abita in una luce inaccessibile. Perdere questa consapevolezza è altrettanto nocivo quanto il dimenticare il suo volto paterno. D'altra parte non si comprenderà mai pienamente il Dio-Amore se non nella consapevolezza che Dio è l'ineffabile. Quando, per sua grazia, veniamo afferrati da questa sua inarrivabile grandezza, scopriamo finalmente la nostra profonda indegnità. È come quando la luce del sole irrompe in una stanza mettendo in evidenza anche il pulviscolo che c'è nell'atmosfera. Anche il più santo tra i santi si scopre inevitabilmente come un grande peccatore, solidale con un popolo di peccatori. Ma è proprio questo stridente contrasto a mettere in piena luce quanto sia grande la condiscendenza divina nel suo chinarsi su di noi. E scoprire la propria piccolezza e indegnità avvolta dalla sua tenerezza non può che far esplodere un grido di riconoscenza e di gioia. Dio mi ama e il suo amore mi rende amabile. Se mi lascio raggiungere dal Fuoco del suo Spirito, le mie impurità scompariranno ed io potrò proclamare ai fratelli le meraviglie del Signore. Questa è la mia vocazione in quanto cristiano: conoscere Dio e alla sua luce scoprire chi sono io per "evangelizzare", cioè portare al mondo il "lieto annuncio" che Dio, l'Altissimo, si è fatto vicino, si è chinato sulla nostra miseria e nel suo abbraccio di Padre essa è svanita come nebbia al sole.

Oggi, nel mio rientro al cuore, mi lascerò afferrare dalla grandezza di Dio. Fermerò su di essa il mio sguardo contemplativo ripetendo lentamente e sommessamente: Santo, santo, santo è il Signore.

Tu solo, Signore sei l'Altissimo, eppure ti doni a me, Tu solo il Santo e mi chiedi di annunciarti con queste labbra impure. Tu solo l'Amore e mi chiedi di amare. Irrompi nella mia vita con il tuo Santo Spirito e rendimi ciò che tu vuoi.

La voce di un grande convertito

Dio è ineffabile, più facilmente diciamo ciò che non è, anziché ciò che è. Pensi alla terra: Dio non è questo! Pensi al mare: Dio non è questo! Pensi al cielo: Dio non è questo! Pensi agli angeli, alle virtù, alle potestà, agli arcangeli, ai troni, alle sedi, alle dominazioni: Dio non è questo! E che cosa è? Questo solo ho potuto dire: ciò che non è. Mi chiedi che cosa è? Ciò che occhio non ha visto, né orecchio ha udito, né è penetrato nel cuore dell'uomo. Come pretendi che salga sulla lingua ciò che non è entrato nel cuore?
S. Agostino

 

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