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TESTO Da cuore a cuore

don Marco Pratesi  

Sacratissimo Cuore di Gesù (Anno B) (23/06/2006)

Vangelo: Gv 19,31-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 19,31-37

31Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. 32Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. 33Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, 34ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. 35Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. 36Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. 37E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

Il Vangelo ci racconta un fatto a cui s. Giovanni attribuisce - lo si vede bene - grande importanza: dal costato aperto di Gesù, trafitto da un colpo di lancia, sgorgano sangue ed acqua.

L'episodio ha una carica simbolica forte. Che cosa significano, per Giovanni, questo sangue, questa acqua che zampillano dal cuore di Gesù nel momento in cui dà la sua vita?

Essi rappresentano il complesso dei beni che scaturiscono per noi dal gesto di amore totale di Cristo. In una parola: il dono della vita vera, forte, eterna, che è la vita di Dio.

Per il sangue, ripensiamo a Gv 6,53-56: il sangue di Cristo è la vera bevanda che ci dà vita e ci fa dimorare in Dio.

Per l'acqua, conosciamo tutti l'episodio della samaritana, incentrato appunto su quel simbolismo: Gesù dà l'acqua viva che toglie ogni sete, anzi che diventa sorgente, e che è lo Spirito di Dio (Gv 4,7-15; cf. 7,37-39).

Questi sono i doni del crocifisso, svuotato di ogni vita a nostro vantaggio. Essi ci sono comunicati con particolare forza (anche se non esclusivamente) nei sacramenti, in particolare nei tre sacramenti che ci aprono la vita nuova del risorto, che ci iniziano al suo mistero: battesimo e cresima da un lato, eucaristia dall'altro. Essi conferiscono il dono dello Spirito e lo alimentano; ci danno la vita nuova e la nutrono.

Grazie ad essi, noi attingiamo al cuore del Salvatore i beni della salvezza. È una fonte perenne, inesauribile, sicura. Questo cuore chiama tutti ad attingere, in abbondanza e a piene mani, perché ogni dono, invece di impoverirlo, lo arricchisce di nuove energie salvifiche.

Lasciamoci attirare a questo cuore. Attingiamo al cuore di Gesù. Non vi si può attingere se non con il nostro cuore: si attinge dal cuore (suo) col cuore (nostro); si attinge vita con l'amore, la fiducia, la devozione, l'adorazione. A tal punto che il nostro cuore può diventare non soltanto contenitore, ma esso stesso fonte zampillante vita: 'Cuore di Gesù, rendi il nostro cuore simile al tuo'!

All'offertorio:

Pregate fratelli e sorelle perché questo sacrificio ci comunichi in abbondanza la vita nuova di Cristo, e sia gradito a Dio Padre Onnipotente.

Al Padre Nostro:

Chiediamo al Padre che si realizzi la sua volontà di attirare tutti al cuore del Salvatore:

 

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