TESTO Commento su Giovanni 21,20-25
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Sabato della VII settimana di Pasqua (10/06/2000)
Vangelo: Gv 21,20-25
20Pietro si voltò e vide che li seguiva quel discepolo che Gesù amava, colui che nella cena si era chinato sul suo petto e gli aveva domandato: «Signore, chi è che ti tradisce?». 21Pietro dunque, come lo vide, disse a Gesù: «Signore, che cosa sarà di lui?». 22Gesù gli rispose: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi». 23Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto. Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che egli rimanga finché io venga, a te che importa?».
24Questi è il discepolo che testimonia queste cose e le ha scritte, e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera. 25Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.
Dalla Parola del giorno
Questo è il discepolo che rende testimonianza su questi fatti; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.
Come vivere questa Parola?
Nel Vangelo, oggi vigilia di Pentecoste, non si parla dello Spirito Santo, ma di testimonianza. Anche nella prima lettura odierna è presentata la testimonianza di Paolo che a Roma, pure in catene, "annunziava le meraviglie di Dio, insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù, con tutta franchezza e senza impedimento" .
In realtà, come leggeremo nei testi di domani, il coraggio di annunciare e testimoniare il Signore viene dalla forza dello Spirito Santo.
In un mondo sempre più pagano, è urgente essere autentici testimoni del Signore!.
L'esercizio spirituale di oggi è dunque quello di intensificare l'invocazione allo Spirito Santo.
Gli esporrò quello che in me è debole, fiacco, pauroso e impedito nel mostrarmi cristiano apertamente: in atteggiamenti e parole. Verbalizzerò così:
Vieni Spirito Consolatore, Spirito di forza e di luce, invadi nell'intimo il mio cuore e suscita in me gli atteggiamenti e le parole del testimone.
La voce della Chiesa
L'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o, se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni.
Paolo VI