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TESTO Commento su Giovanni 16,20-23

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Venerdì della VI settimana di Pasqua (02/06/2000)

Vangelo: Gv 16,20-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

La donna, quando partorisce, è afflitta perché è giunta la sua ora, ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nella tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia.

Come vivere questa Parola?

La dialettica "dolore-gioia" è profondamente insita nella vita dell'uomo come tale e non solo del cristiano. Ma Gesù non poteva trovare una immagine più suggestiva per affermare che, nell'ottica cristiana, il dolore è funzionale alla vita e alla gioia, non è distruttività e morte.

Gesù sceglie questa immagine della donna madre e la coglie proprio nel momento in cui la sua necessaria sofferenza si tramuta in gioia. E' così importante questo nostro rallegrarci in ordine al suo "vederci di nuovo", cioè al suo stare con noi e prenderci con sé che Egli dice con forza che questa gioia non potrà esserci rapita da nessuno. Come se dicesse che è il sole della nostra intima unione a Lui.

L'esercizio spirituale di oggi potrebbe essere quello di memorizzare nel cuore l'immagine della donna gioiosa col suo figlio neonato, e interrogarci se davvero percepiamo che l'ineliminabile dolore della nostra esistenza è in funzione della gioia di dare alla vita, anzitutto in noi, la "creatura nuova": quella per cui Gesù ha dato tutto il suo amore " forte come la morte" (cfr. Ct. 8,6)

La voce di San Pietro, il primo Vicario di Cristo

"Siete ricolmi di gioia, anche se ora siete un po' afflitti da varie prove nella vostra vita di fede, in attesa che Gesù si manifesti. Voi lo amate anche senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in Lui; perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre conseguite la meta della vostra fede che è la salvezza".
Cfr. 1Pt.1,6-8

 

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