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TESTO Commento su Sal 136,5-6

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Venerdì della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (28/06/2002)

Brano biblico: Sal 136,5-6 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Se ti dimentico Gerusalemme, si paralizzi la mia destra; mi si attacchi la lingua al palato, se lascio cadere il tuo ricordo.

Come vivere questa Parola?

La liturgia odierna si muove tra un evento di distruzione (saccheggio di Gerusalemme: 2 Re 25,1-12) e uno di salvezza (guarigione del lebbroso: Mt 8,1-4). Al centro, il bellissimo salmo 136, il canto dell'esilio. I primi tre versetti sono costruiti su due opposizioni fondamentali: allo scorrere dei fiumi si oppone il sedere degli israeliti, al loro pianto la richiesta di canzoni di gioia da parte degli oppressori. Nel versetto secondo, il contrasto è sintetizzato nell'immagine delle cetre appese ai salici: le cetre, da strumenti di canto, diventano fronde degli alberi per antonomasia "piangenti". L'opposizione rivela quindi il suo significato nel versetto quarto: gli israeliti sono stranieri in quella terra, per questo i loro sentimenti e le loro azioni sono diverse, inconciliabili con quelle degli altri. E questo sentimento di estraneità è benedetto nei versetti quinto e sesto: qualora il salmista si dimentichi di essere straniero su questa terra, si paralizzi la sua destra e gli si incolli la lingua al palato, ossia gli sia comunque impossibile cantare e suonare. Il salmo è un invito appassionato a ricordarsi di Gerusalemme, a conservarla nel cuore quale centro della propria vita: per noi cristiani, diventa un invito appassionato a fare memoria costante della Croce di nostro Signore, centro della storia individuale e universale. Ed è bello che nella guarigione del lebbroso si dica che "Gesù stese la mano" (v. 3): come sulla croce ha steso la mano per guarirci da ogni male definitivamente.

Chiederò al Signore che le parole del memoriale, ripetute ogni giorno nella liturgia eucaristica, diventino sempre più la mia memoria profonda: il baricentro esistenziale della mia vita.

La voce dei cristiani mozarabici

Ricordati, Signore, della tua Chiesa pellegrina quaggiù: fa' che non siamo trascinati via dai flutti del secolo che passa, mentre siamo seduti sulle rive dei corsi d'acqua, e non perdiamo mai il ricordo della Gerusalemme di lassù. Amen.
Dal breviario mozarabico

 

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