TESTO Commento su Matteo 6,24-34
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Sabato della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (22/06/2002)
Vangelo: Mt 6,24-34
Dalla Parola del giorno
Nessuno può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro, o preferirà l'uno e disprezzerà l'altro: non potete servire a Dio e a mammona.
Come vivere questa Parola?
La parola "mammona", di origine fenicia, era passata nel linguaggio corrente della Palestina ai tempi di Gesù, per esprimere il denaro ma in senso dispregiativo. Si sa che, in se stesso, il denaro non è un male: serve per vivere. Il guaio è quando esso (o qualsiasi altra ricchezza) diventa idolo, la fa talmente da padrone che quanti ne diventano servi sono disposti a sacrificare tutto: il tempo, gli affetti, il sonno, perfino i più leciti svaghi, pur di arricchire. Ciò che più ne deriva è l'affanno, la preoccupazione: due "virus" terribili che fanno strage in questi nostri giorni. Non si salva quel bene irrinunciabile che è la pace del cuore se si entra in questo tremendo disordine. La terapia? Rimettere ordine, ossia, come dice Gesù, "cercare dapprima il Regno di Dio e la sua giustizia, sapendo con assoluta certezza di fede, che se c'è questo primato nella nostra vita, "il resto ci sarà dato in sovrappiù".
Oggi, questo chiederò nella mia pausa contemplativa:
Signore, Tu mi sei Padre, TU SAI quello di cui ho bisogno. Certo non vuoi che io me ne stia con le mani in mano, ma sai pure che solo se collaboro, col mio lavoro e con la mia vita, al trionfo del Regno di Dio, che è primato dell'amore tra gli uomini, il resto mi sarà dato, fuori da affanno e preoccupazione. Fammene sempre più persuaso.
La voce di un Padre della Chiesa
Tu temi e hai paura che, se cominci a compiere molte elargizioni, il tuo patrimonio venga meno per la generosa donazione e tu ti ritrovi nella miseria. Ma su questo sta certo e non temere. Non può esaurirsi quello che viene speso per Cristo e con cui viene celebrata un'azione celeste.
Cipriano