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TESTO Commento su Matteo 5,43-48

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Martedì della XI settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (15/06/2004)

Vangelo: Mt 5,43-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli.

Come vivere questa parola?

Nel libro della Genesi leggiamo che Dio fece l'uomo a sua immagine e somiglianza. L'archetipo dell'uomo è quindi Dio stesso e la sua perfezione consiste nel "riprodurre" il più fedelmente possibile il divino modello. In questa luce è ben comprensibile l'invito di Gesù: "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli", in cui risuona il: "Siate santi perché io sono santo" dell'Antico Testamento. L'uomo non realizza se stesso se non nella linea della santità, perché solo così diviene ciò che è. Allora la santità non è un optional, non è neppure una meta raggiungibile solo da poche persone particolarmente dotate o "predestinate", ma la vocazione fondamentale di ogni uomo. E la santità non consiste nell'avere visioni o nel fare cose straordinarie, ma nel ricalcare la vita divina della Trinità Santissima che è circolazione di amore, anzi un traboccare oltre l'ambito trinitario per raggiungere ogni creatura e avvolgerla di tenerezza. È questa la via e la meta che Gesù ci addita. Non la fuga dal mondo, ma una immersione in esso per fecondarlo con la pienezza dell'amore. Non la denuncia spietata di ciò che "negli altri" non va, ma il chinarsi a lavare i loro piedi, in un gesto di comprensione e di amore che redime. Sarà il passar sopra a un'incomprensione, il rispondere a uno sgarbo con un gesto di gentilezza, il reagire a chi cerca di "tagliarci le gambe" con un aiuto concreto, un opporre al male il bene, al non-amore l'amore, proprio come fa il Padre "che fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni".

Oggi, nel mio rientro al cuore, sosterò a considerare le manifestazioni dell'amore del Padre nella mia vita, a cominciare dalla generosità del suo perdono. Confronterò quindi il mio agire con il suo, evocando situazioni concrete. Mi chiederò: come posso "far sorgere il sole" su questa situazione, con questa persona?

Padre buono, "essere perfetto" come te è impossibile alla mia debolezza. Resterà sempre una meta più in là di quello che io posso realizzare, pur con tutta la buona volontà. Eppure tu me lo chiedi, così come un giorno chiedesti a Maria di diventare madre del tuo Figlio. Lei si fidò e ti disse sì. E tu la inondasti del tuo Spirito. Sulla scia del suo abbandono, anch'io ti dico "sì" e mi consegno all'azione dello Spirito Santo.

La voce del "Papa buono"

L'esercizio della nostra libertà nella luce e nella grazia di Cristo diventa dedizione ed esultanza di amore e di sacrificio.
Giovanni XXIII

 

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