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TESTO Commento su Giovanni 10,22-30

mons. Vincenzo Paglia  

Martedì della IV settimana di Pasqua (09/05/2006)

Vangelo: Gv 10,22-30 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

La curiosità di quei farisei su Gesù li spinge a rivolgersi a lui quasi insultandolo: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente." Tante erano le folle che circondavano Gesù e lo premevano con le loro richieste, ma era molto diverso. Questi domandavano spinti dal bisogno, chiedevano guarigione, perdono, vita nuova. La loro non era curiosità spazientita e saccente. Per questo le opere del Signore hanno effetti diversi. Mentre infatti esse portavano alla gente comune salvezza e salute ai farisei risultavano fastidiose ed inutili. Forse ritenevano quell'uomo eccessivo, forse ingenuo: di certo il suo modo di fare non parlavo loro di Dio: "le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; ma voi non credete, perché non siete mie pecore." Ecco la differenza fra chi è discepolo e chi non lo è: essere sue pecore, cioè riconoscersi bisognosi di essere guidati, sfamati, curati, oppure pensare di potersi guidare da sé, di sapere abbastanza, di conoscere la vita.

 

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