PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO La pietra scartata dai costruttori ora è pietra angolare (246)

don Remigio Menegatti  

IV Domenica di Pasqua (Anno B) (07/05/2006)

Vangelo: Gv 10,11-18 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 10,11-18

11Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. 12Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; 13perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.

14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. 17Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Per comprendere la Parola di Dio alcune sottolineature

La prima lettura (At 4, 8-12) riprende uno dei discorsi di Pietro ai capi del popolo e agli anziani per giustificarsi della guarigione operata in nome di Gesù. È occasione per riconfermare il fatto della Pasqua e i suoi effetti. La vita nuova che Cristo ha ottenuto diventa dono anche per le persone; in questo caso con la guarigione, in tutti i casi con la salvezza.

Il vangelo (Gv 10,11-18) riprende alcune parole di Gesù nella quali si presenta usando l'immagine – cara alla tradizione biblica e vicina alla sensibilità del popolo – come il Pastore, quello buono, che dona la sua vita per il gregge perché conosce, una per una, le sue pecore.

Salmo 117
Celebrate il Signore, perché è buono;
perché eterna è la sua misericordia.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell'uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore

che confidare nei potenti.

Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito,
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta testata d'angolo;
ecco l'opera del Signore:

una meraviglia ai nostri occhi.

Benedetto colui che viene nel nome
del Signore.
Vi benediciamo dalla casa del Signore;
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Celebrate il Signore, perché è buono:

perché eterna è la sua misericordia.

Il salmo 117 (è la terza volta che ne usiamo alcune parti in questo tempo di pasqua) torna a sottolineare la misericordia e la bontà di Dio. Il suo amore è per sempre; è stabile, non si smentisce neppure di fronte al peccato dell'uomo. È bene quindi rifugiarsi nel Signore, e in lui solo. Solamente Cristo offre un luogo di rifugio, un dono che rende sicuri. Gli uomini, invece, anche quelli che pensano di contare e hanno potere, non offrono garanzie. Cristo è rifiutato, anche se risulta essenziale, come una pietra che i muratori hanno messo da parte perché considerata inadatta. Quella stessa pietra Dio l'ha scelto come fondamento principale per la sua "casa". Una dimora nuova, dove incontrarsi con l'uomo e prendersi cura di tutti, dimostrando la stessa amorevole attenzione di un pastore per le sue pecore.

È lui, Cristo, che viene verso il suo popolo, mandato da Dio, viene "nel nome del Signore", cioè con la sua autorità e potenza, con una forza che si manifesta nella tenerezza. È lui il motivo della gioia, la fonte della festa. Per lui possiamo celebrare il Signore.

Un commento per ragazzi

Veramente noi di "mercenari" sappiamo poco; per fortuna. Abbiamo sentito raccontare degli eserciti mercenari che nel passato si mettevano a servizio dei signori e re che pagavano meglio per far guerra anche nelle nostre terre. Purtroppo tale fenomeno non è solo storia da studiare, ma realtà attuale. Ma certamente non conosciamo nessun mercenario. Una cosa simile, ma solo simile, attenzione, può essere quella dei giocatori che cambiano squadra, in base al contratto.

Certo, hanno tutto il diritto di cercare una paga migliore, come tutti gli altri lavoratori. Ciò che invece un buon tifoso non accetta è che giochino con insufficiente impegno quando sanno di cambiare squadra. Noi desideriamo, sappiamo "gettare il cuore oltre l'ostacolo" e dare tutto per la vittoria, almeno fin che hanno i colori sociali per cui noi tifiamo. Mercenario è invece uno che gioca al minimo;, tanto il suo stipendio è assicurato, indipendentemente dal risultato.

E questo lo sperimentiamo anche nell'amicizia: l'amico vero non si allontana da noi anche se siamo nel pericolo; anzi è proprio questo il momento in cui la sua amicizia si manifesta più decisa. Un amico che appena tira brutta aria si allontana, quello è un mercenario.

Gesù spiega con questa immagine per dire il suo amore per gli uomini. Non si è limitato a parlare alle folle quando tutti lo applaudivano e cercavano per farlo re. Ha parlato di Dio e del suo amore anche se alcuni, o tanti, lo contestavano. Non ha fatto miracoli per carpire l'applauso della gente; infatti spesso imponeva il silenzio alle persone che venivano guarite.

Non ha cercato le acclamazioni della folla, perché si ritirava sovente in luoghi isolati a pregare. È rimasto fedele ai suoi amici, anche quando quasi tutti lo avevano abbandonato. Non ha avuto paura della morte, pur senza averla cercata direttamente, e non ha rinunciato alla sua libertà di parola e azione. Ha continuato a testimoniare l'amore di Dio anche se questo gli costava notevoli sofferenze e la stessa morte. Ecco cosa significa buon pastore, che segue le pecore che sono sue; ecco la differenza con un mercenario, pagato per un certo lavoro e non disponibile a rischiare oltre. Un pastore, così si presenta Gesù, che non si limita alle pecore che sono al sicuro nell'ovile; anzi va a cercare quelle che sono ancora lontane, per essere pastore di tutti. Pastore, quello buono.

Quando scopriamo l'intensità dell'amore che qualcuno ha provato per noi, a volte ci sentiamo quasi confusi. Quando i genitori ci raccontano qualche fatto della nostra vita, in cui hanno operato scelte straordinarie...e tutto per amore nostro...forse ci sembra di non esserne degni.

Facilmente succede così pure con Gesù. Anche lui, come i nostri genitori e amici veri, non gode di alcuna superiorità, non cerca il nostro imbarazzo o cofusione di fronte a tanto amore.

Gesù, come tutte le persone che ci amano in maniera vera, cercano piuttosto la nostra gioia, godono che noi ci sentiamo accolti e amati, che siamo felici di tanta attenzione, e favoriscono la nostra risposta positiva.

Gesù allora diventa la pietra su cui costruire la nostra vita, e trovare così la gioia, quella vera!

Un suggerimento per la preghiera

Dio, noi ti riconosciamo come "creatore e Padre" soprattutto quando tu "fai risplendere la gloria del Signore risorto" perché "nel suo nome è risanata l'infermità della condizione umana". Ora ti chiediamo: "raduna gli uomini dispersi nell'unità di una sola famiglia". In questo modo potremo gustare con tutti "la gioia di essere tuoi figli". Te lo chiediamo uniti a Cristo, che è nostro Signore e Pastore buono.

Libri di don Remigio Menegatti

 

Ricerca avanzata  (53712 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: