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TESTO Commento su Giovanni 6,35-40

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Mercoledì della III settimana di Pasqua (03/05/2006)

Vangelo: Gv 6,35-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Questa è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in Lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno.

Come vivere questa Parola?

Più di una volta Gesù ha promesso: "Chi crede ha la vita eterna". Qui c'è una precisazione importante: "Questa è la volontà del Padre". Inoltre c'è un altro particolare. Non si tratta solo di credere, ma prima ancora bisogna "vedere" Gesù. Ovviamente non è il caso di visioni o cose simili. Si tratta di vederlo con gli occhi del cuore, in quello stato di nitidezza interiore che viene dalla preghiera assidua e dal curare non solo l'attività ma anche il silenzio e la dimensione contemplativa della propria vita. Ciò significa tirarsi fuori dal vortice dell'attivismo, di quel fare sfrenato in obbedienza o alle imposizioni delle leggi del mercantilismo economico oggi imperante, o anche a un perverso meccanismo del "fare per fare": un meccanismo che, se non stiamo all'erta, entra anche tra gli uomini e le donne di Chiesa. Vedere Gesù e credere in Lui significa dunque assicurarsi qualche momento, nella giornata, per fissare lo sguardo su di Lui e, alla luce della Sua Parola, chiedersi: come Lui sta guardando quello che io sto vivendo? Come Lui sta guardando alle persone che io contatterò oggi.

Quali energie di risurrezione partono dalla sua Persona per penetrarmi, se io stabilisco il contatto con Lui anche solo invocando spesso la potenza del Suo Nome? Quale pace, quale tenerezza, quale luce di empatia e di sim-patia accende in me il Suo cuore, mentre io, nel mio quotidiano, vivo le solite cose e le solite relazioni ma unito a Lui, in modo umano-divino e avendo per orizzonte luce di resurrezione.

Oggi, nella mia pausa contemplativa, cerco davvero di "vedere" il Signore, così, come dopo la risurrezione lo videro Maria Maddalena, le altre donne e i discepoli, lo stesso Tommaso che da incredulo, divenne credente. Chiederò allo Spirito la fedeltà alla mia insostituibile pausa di incontro silenzioso con Gesù, non per ripiegarmi poi in un narcisismo spirituale ma per essere abilitato a "vedere" Gesù e a credergli anche nella mia vita di relazione. Proprio in preparazione a vedere Gesù anche nel prossimo, ora, con cuore silenzioso e adorante, in ginocchio, io prego:

Signore mio e Dio mio!

La voce di un Padre della Chiesa

Nessuna cosa visibile o invisibile mi impedisca di raggiungere Gesù Cristo.
S. Ignazio di Antiochia

 

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