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TESTO Commento su Luca 24,35-48

padre Paul Devreux

III Domenica di Pasqua (Anno B) (30/04/2006)

Vangelo: Lc 24,35-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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35Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

36Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 37Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. 38Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». 40Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. 41Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». 42Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; 43egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.

44Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». 45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. 48Di questo voi siete testimoni.

Gesù risorto è un vero maratoneta! Si dà un gran da fare per cercare di alleviare le sofferenze a tutti i suoi cari discepoli e amici. Prima va dalle donne al sepolcro, poi corre dai discepoli d'Emmaus e perde molto tempo prezioso con loro, poi corre da Pietro e alla fine si presenta a tutti i discepoli. Meno male che ha cambiato natura, altrimenti sarebbe impossibile. Questo ci fa capire con quanta premura e urgenza egli vuole alleviare la sofferenza a chi sta male per via della sua morte e quanto è presente nella vita di ognuno di loro.

Abbiamo detto domenica scorsa che i discepoli fanno fatica ad accogliere la pace che Gesù gli porta perché è difficile relazionarsi con un morto, anche se risorto. Inoltre pensano di essere nei guai e non sanno più cosa fare. Ma è altresì vero che rivedere Gesù e credere alla prospettiva di una vita dopo la morte è troppo bello e anche il troppo bello è difficile da credere.

I discepoli non si aspettavano la venuta di Gesù in mezzo a loro, nonostante la testimonianza delle donne, di Pietro e dei discepoli di Emmaus. Si vede dal loro stupore e spavento. Pensano che è un fantasma, sono turbati e increduli.

Non dobbiamo biasimarli, ma piuttosto domandarci come mai a volte noi diciamo di credere così facilmente?

I discepoli hanno bisogno di tempo per superare la paura ed essere in grado di ascoltare ciò che Gesù ha da dirgli e Gesù dà loro questo tempo, mettendosi a mangiare.

Solo quando li sente pronti, Gesù comincia a rispiegare ciò che prima della sua passione i discepoli rifiutavano di sentire: il fatto che doveva patire e risuscitare e i motivi per cui questo era necessario. Poi li invita ad essere testimoni di questa buona notizia.

Il testimone è colui che ha visto, e non ha paura di raccontare ciò che ha visto.
Io cosa ho visto e cosa posso raccontare?

Posso affermare che Dio esiste, che si prende cura della mia vita e che ascolta le mie preghiere.

 

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