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TESTO Commento su Giovanni 3,16-21

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Mercoledì della II settimana di Pasqua (26/04/2006)

Vangelo: Gv 3,16-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Chiunque fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.

Come vivere questa Parola?

Gesù è ancora alle prese con un discepolo part-time, Nicodemo, uno di quelli che per le troppe convenienze umane hanno dato un'adesione soltanto parziale a questo "maestro venuto da Dio". Ebbene, proprio a quest'uomo tutt'altro che schierato ad oltranza per il Regno e per questo giunto di soppiatto a tarda sera, Gesù ricorda che "chi opera la verità viene alla luce", cioè chi aderisce con fede alla parola di Dio rivelata da Lui, cerca la luce e la comunione con il Signore. Al contrario, chi si nasconde nel fitto delle tenebre, è irretito da una strisciante incredulità che è l'anticamera della morte.

Vale la pena, oggi più mai, riascoltare nelle profondità del cuore il messaggio di Gesù: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio,...da dare la Luce, perché chi crede in Lui non dimori più nelle tenebre ma diventi figlio della Luce. Questa è la verità che ci rende Figli del giorno.

Dalla saggezza dei Chassidim apprendiamo che Rabbi Shneur Zalman di Ladi un giorno disse: "Ho lavorato ventun'anni sulla verità: sette anni per imparare cos'è la verità; sette anni per uscire dalla falsità; e sette anni per acquisire l'abitudine della verità".

Ecco ciò di cui abbiamo sostanzialmente bisogno: acquisire l'abitudine della verità, ossia essere costantemente orientati verso la Luce, preferendola sempre ad ogni altro effimero luccichio, costi quel che costi. Questo ci doni il Signore, mentre ci rivolgiamo a Lui in preghiera nella nostra sosta contemplativa di oggi.

Donaci, Signore, il coraggio di confessare che non sempre siamo Figli del giorno e della Luce. Tu che sei la Luce, donaci di fuggire le luminosità crepuscolari di questo mondo che preannunciano il fitto buio dell'incredulità, e attiraci a Te, nella solarità mattutina del tuo essere Amore.

La voce di una donna spirituale del nostro tempo

"Tu m'insegni, Signore, a essere ricca: a nuotare in silenzi di luce quando la tua Parola mi si staglia in cuore più che la vivida stella del mattino, quando respiro il tuo essere Amore nel dilagare di pace e di gioia".

 

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